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La multinazionale tedesca GFK SE, colosso mondiale del Market Research, che aveva comprato nel 2005 l'italiana Eurisko, “ha deciso ora di ristrutturare e decimare letteralmente il proprio organico italiano mandando a casa più di un lavoratore su 10". La denuncia arriva dalla Filcams Cgil che sottolinea come l’azienda nel corso del primo incontro con Rsu e sindacati, “pur dichiarandosi disponibile a discutere di eventuali misure alternative alla mobilità proposta unilateralmente e senza preavviso” ha in realtà confermato che quella in essere è “una situazione strutturale e non congiunturale”.
“Affermazione che lascia intendere – prosegue la Filcams - come la volontà dell'azienda sia quella di diminuire l'investimento nel nostro Paese non come conseguenza di una contrazione del mercato ma come una scelta strategica. E questo facendo pagare come sempre il prezzo ai lavoratori e alle casse pubbliche italiane”.
La GFK Eurisko – si legge nella nota della Filcams - ha aperto una procedura di mobilità dichiarando una situazione di 'esuberi' pari a 44 lavoratori su un totale di 308 dipendenti: 32 esuberi per la sede di Milano su 284 addetti, e 12 esuberi per la sede di Roma su 24 addetti.
“Questa situazione – afferma ancora il sindacato - conferma che sempre il conto della crisi viene pagato dai lavoratori, che subiscono decisioni prese all'estero, senza che la dirigenza italiana pensi di agire preventivamente. Si sarebbe potuto ricorrere infatti già dallo scorso luglio a dei contratti di solidarietà che avrebbero alleggerito il costo del lavoro; particolarmente colpita la sede di Roma che verrebbe di fatto dimezzata, mantenendo solo un presidio territoriale. Tutta la situazione – conclude la Filcams - potrebbe ricadere anche sui lavoratori a progetto che l'azienda utilizza nell'ordine di diverse centinaia”.