“Che un sindaco, dimenticando forse il suo ruolo di rappresentanza istituzionale e facendo rivivere per un attimo quello di (ex?) militante di un aggregato neofascista, possa chiedere la chiusura dell’Anpi, nello specifico di quella di Lecce, che ha la colpa di non piegarsi a una narrazione revisionista della Giornata del Ricordo, dice del livello che vive il dibattito politico in questo paese”
È quanto afferma Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil di Puglia, commentando le affermazioni del primo cittadino di Nardò.
E ancora: “Forse è necessario ricordare che l’Associazione nazionale partigiani d'Italia è stata fondata dai partecipanti alla resistenza italiana contro l'occupazione nazifascista nella seconda guerra mondiale. È nata a Roma nel 1944, mentre nel Nord Italia la guerra era ancora in corso, quando cioè vigeva quello stato fantoccio della Repubblica Sociale al quale i neofascisti amano richiamarsi. È solo grazie alla vittoria della Resistenza e della democrazia che oggi, strapazzando un po’ quella libertà conquistata con il sangue di tanti partigiani, si possono fare affermazioni offensive di quella storia e di quell’eroismo che l’Anpi testimonia da 75 anni".
"All’Anpi di Lecce va la solidarietà della Cgil Puglia. Tutti dobbiamo continuare a vigilare affinché non si perda memoria di quel che è stato il fascismo in epoca di revanscismi e nazionalismi, e a nessuno deve essere consentito piegare la storia per tornaconto del dibattito politico attuale”, conclude la nota.