Occorre intervenire per salvare i 352 lavoratori della Gepin Contact (di cui 132 a Roma), per i quali è stata avviato la procedura di licenziamento collettivo a causa della recessione dal contratto da parte di Poste Italiane per i servizi di call center. A chiederlo sono Fabrizio Micarelli e Barbara Cosimi, della Slc Cgil di Roma e del Lazio. "Poste Italiane, la più grande azienda a partecipazione pubblica del paese, non può non assumersi l'onere della responsabilità sociale nei confronti delle lavoratrici e lavoratori della Gepin che da oltre dieci anni garantiscono ai cittadini un servizio di qualità” spiegano i due esponenti sindacali.
“Tutto questo avviene, tra l'altro, a poco più di un mese dall'approvazione da parte del Parlamento del disegno di legge sugli appalti che contiene la clausola sociale per i call center in caso di cambio d'appalto, una norma che garantisce la continuità dei rapporti di lavoro". Da mesi, concludono Micarelli e Cosimi, “stiamo richiamando Poste Italiane ad assumersi l'onere di svolgere fino in fondo quel ruolo che le compete in quanto azienda a partecipazione pubblica. Se si decidesse di non applicare la clausola sociale sarebbe un fatto gravissimo e inaccettabile di cui si dovrebbe far carico anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Le leggi, una volta approvate, devono essere applicate e rispettate, tanto più se si tratta di un soggetto pubblico".