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Intensa giornata di mobilitazione oggi, martedì 25 ottobre, a Roma per i lavoratori della Gepin Contact. Sia quelli della sede di Roma, che i colleghi di Casavatore (Na) si ritroveranno al presidio che si svolgerà, dalle 9 alle 14, presso il Ministero dello Sviluppo Economico e a partire dalle 15 presso la sede centrale di Poste Italiane in viale Europa. Una mobilitazione, organizzata unitariamente da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, che vuole riportare l’attenzione sulla vicenda delle 352 lavoratrici e lavoratori licenziati ad inizio agosto da Gepin Contact, per i quali non si è ancora concretizzata una nuova soluzione occupazionale a causa del ricorso presentato al Tar del Lazio dall’azienda estromessa dall’aggiudicazione della gara Poste ed ancora pendente.
"È evidente che Poste Italiane non può sentirsi in alcun modo sollevata dalla responsabilità nei confronti di queste persone che hanno lavorato per lei, su suoi sistemi e sue attività, per oltre 15 anni - scrivono in una nota i sindacati - Occorre che anche il Governo, ai massimi livelli di responsabilità, torni a fare i propri più incisivi passaggi verso la dirigenza di Poste affinché si trovi finalmente una soluzione giusta e stabile per questi Lavoratori".
La vertenza Gepin rientra nella più generale battaglia in difesa dell'occupazione nei call center. Quella che si rischia, infatti, secondo i sindacati, è una vera e propria "bomba sociale", con "70-80 mila posti di lavoro a rischio". Secondo Slc, Fistel e Uilcom tre sono i punti chiave da affrontare in Parlamento per scongiurare "il disastro": un intervento contro le gare al massimo ribasso rispettando i minimi contrattuali; un serio contrasto alla delocalizzazione (la norma è contenuta nel ddl Concorrenza ancora non approvato) e sanzioni per chi porta all'estero i call center; ammortizzatori sociali ordinari per il settore e non in deroga come sono attualmente.
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