“Sul futuro del settore delle costruzioni, dal codice degli appalti alle politiche industriali, ci auguriamo che il ministro Toninelli senta il bisogno di confrontarsi anche con i lavoratori e i sindacati che li rappresentano e non solo, legittimamente, con le associazioni di impresa”. È quanto dichiara Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, il principale sindacato del settore delle costruzioni, dopo che il ministro per le Infrastrutture ha comunicato di aver incontrato una delegazione dell’Ance, l’associazione dei costruttori di Confindustria.
“Forse il cambiamento potrebbe partire dal fatto che ci si preoccupi di sapere cosa pensano, per il loro futuro, i diretti interessati, a partire da quegli operai e quegli impiegati che potrebbero dare più di un consiglio utile al governo. Magari la qualificazione del settore potrebbe passare anche per la lotta al dumping contrattuale, all’abuso di partite Iva, alla lotta al lavoro nero. Magari ci si potrebbe confrontare sulle buone pratiche in materia di lotta al dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza antisismica, già oggetto di molte comuni iniziative fatte con il sindacato. Magari la qualificazione del sistema potrebbe passare anche da una qualificazione delle stazioni appaltanti valorizzando clausole sociali e appalti verdi o magari dando attuazione all’art. 105 del Codice Appalti sulla Congruità, primo strumento di contrasto al lavoro nero e agli infortuni. Magari il rilancio del settore e quali politiche per le grandi opere sono aspetti tra loro intrecciati, così come la continuità o meno dei piani industriali di Anas o Ferrovie”.
“In sintesi: se il governo sta avviando una fase di confronto bene, siamo certi che dopo aver sentito le associazioni delle imprese si sentiranno anche i rappresentati dei lavoratori. Se così non sarà – conclude Genovesi –, il ministro sta partendo con il piede sbagliato e noi troveremo altri modi per far sentire la nostra voce”.