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Sono fermi ormai da 72 ore i bus delle linee extraurbane di Genova e provincia. Non si placa infatti la protesta dei lavoratori di Atp, l'azienda dei trasporti provinciali, che sono in sciopero ad oltranza contro le ipotesi di privatizzazione dell'azienda e per chiedere il ripristino della quota del 30% di integrativo aziendale tagliata.
Anche se, più che di sciopero è corretto parlare di astensione volontaria dal lavoro, come ha specificato il prefetto nell'ultimo tavolo con i sindacati, perché la caratteristica principale di questa protesta, straordinaria nelle dimensioni e nelle adesioni, è la volontarietà dei lavoratori che, dopo lo sciopero di 4 ore indetto martedì dai sindacati, hanno deciso di non rientrare al lavoro, anche a costo di incorrere in possibili pesanti sanzioni (fino a 500 euro al giorno a testa), per la violazione della normativa sul diritto (legge 146).
Eppure, nonostante tutto, anche oggi nessuna corriera è uscita dai depositi. "La totalità dei lavoratori ha deciso di proseguire l'astensione ben oltre lo sciopero da noi proclamato a norma di legge - osserva Camillo Costanzo, segretario generale della Filt Cgil della Liguria - e questo sgombra il campo dalle chiacchiere di chi afferma che si tratta di una protesta per qualche soldo in più. Qui c'è molto di più in ballo - prosegue Costanzo - c'è la volontà dei lavoratori (sono 450 in tutto in azienda, ndr) di impedire una subdola privatizzazione, fatta tutta sulle spalle dei cittadini e dei lavoratori stessi ad esclusivo vantaggio dei soci privati".
Il sindaco Doria e l'azienda si sono detti indisponibili a discutere fino a che i lavoratori non riprenderanno il servizio. E, a testimonianza del muro contro muro che è in atto, hanno anche declinato l'offerta da parte dei lavoratori di riprendere parte del servizio, in particolare per le scuole e i disabili. O tutto, o niente. "Ma il sindaco e l'azienda sono la causa della situazione - insiste Costanzo - in 6 mesi di gestione dei privati in Atp (il socio è Autoguidovie, ndr) ci sono debiti e un bilancio in passivo, pur avendo avuto soldi e riduzione organici". Tra l'altro, sottolinea ancora il segretario Filt, il costo del lavoro in Atp "è tra i più bassi d'Italia" e proprio per questo, "il taglio di 2000 euro all'anno dall'integrativo era stato accettato solo per risanare l'azienda, ma ora quei soldi vanno restituiti".
In ogni caso, per Costanzo non sono i soldi il motivo principale di una mobilitazione così straordinaria: "La gente ha capito che in gioco c’è il proprio futuro, non tanto per qualche centinaia di euro, ma perché se passa il disegno di privatizzazione a rimetterci saranno i cittadini, che si vedranno tagliare le corse ed aumentare i costi, diventando di fatto clienti e non più fruitori di un servizio, e naturalmente i lavoratori, ai quali è già stato richiesto di aumentare gli orari di lavoro".
Questa mattina, alle ore 10.30, è in programma una nuova assemblea al Cral di via Ruspoli, poi probabili nuovi cortei per la città.