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250 lavoratori, il 50% degli aventi diritto, mediamente per tre giornate: questi i dati significativi diffusi dalla Fiom Cgil torinese sull'utilizzo dello "smart work" in GM, a quasi un anno di distanza dall'accordo siglato con General Motors a Torino, sede di uno dei più importanti centri di ricerca a livello europeo. L'accordo (siglato nel marzo 2015), ha avuto il merito di definire per via negoziale alcuni criteri e tutele, per uno strumento di flessibilità con lo scopo di venire incontro anche alle esigenze dei lavoratori. L'intesa prevede l'utilizzo di un massimo di dieci giornate lavorative annuali, nelle quali il lavoratore, dove la mansione lo consenta, può decidere di svolgere l’attività fuori dal posto di lavoro, utilizzando gli strumenti informatici aziendali, senza perdere diritti come i ticket restaurant; l'accordo inoltre trova poi soluzioni a questioni non facili, come l'infortunio.
Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil: "In Gm la composizione della forza lavoro, 482 uomini e 93 donne, smentisce l'idea che questo strumento sia appannaggio soprattutto di personale femminile per far quadrare le esigenze del lavoro e le incombenze famigliari. Prevale invece il fatto che l'età media di chi ha usufruito di questa opportunità sia molto bassa: non a caso questo accordo è stato da noi negoziato insieme alle Rsu, ma è stato fortemente voluto innanzitutto dai lavoratori stessi. E dimostra che la contrattazione può misurarsi in modo utile e positivo con i cambiamenti dell'organizzazione del lavoro, anche in una grande azienda metalmeccanica".