Il Parlamento europeo ha votato a grande maggioranza una risoluzione sulle ristrutturazioni aziendali, partendo dall’analisi dei casi Alstom e Caterpillar, con la quale incarica la Commissione europea di discutere di una possibile revisione della legislazione sui licenziamenti collettivi. “Con questa decisione anche il Parlamento europeo prende atto del grave comportamento di aziende come General Electric" dicono Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom Cgil, e Valentina Orazzini, responsabile Ufficio Europa: “La chiusura dello stabilimento di Sesto San Giovanni annunciata da General Electric discende dalla scorporazione di Alstom Power, acquistata dalla multinazionale americana qualche mese prima e subito dichiarata in chiusura”.
La gestione di General Electric sul sito di Sesto e negli altri siti europei, continuano, si configura esattamente "come quei casi stigmatizzati dal Parlamento europeo di imprese che hanno una gestione a breve termine e che non tengono in considerazione la riconversione delle professionalità per lo sviluppo di lavoro di qualità a lungo termine”.
Con questa risoluzione il Parlamento europeo "ha fortemente deplorato i casi di licenziamenti illegittimi e apre all'idea di introdurre sanzioni che ne scoraggino il ricorso, anche vietando l’accesso a bandi europei finanziati a quelle aziende che pur non essendo in uno stato di crisi intervengano con licenziamenti collettivi nei propri siti, o chiedendo loro di restituire gli aiuti pubblici concessi”. General Electric infatti, concludono, nello stesso tempo "beneficia di aiuti pubblici e scarica i costi sui lavoratori, pur non essendo in uno stato di crisi economica di gruppo. Un comportamento intollerabile che va definitivamente proibito per legge”.