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Si inasprisce sempre di più l’accanimento di General Electric nei confronti dei lavoratori ex Alstom Power del sito di Sesto San Giovanni che da mesi si battono per mantenere in attività lo stabilimento e contro i licenziamenti. Oggi, infatti, all’arrivo in fabbrica i lavoratori hanno scoperto con sconcerto che, in aggiunta alla normale vigilanza, in alcuni reparti e negli uffici circolavano guardie armate di manganello. Lo riferisce la Fiom, in una nota.
Per Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom, “si tratta dell’ennesima provocazione di una multinazionale che già da tempo si muove con arroganza e non accetta di discutere soluzioni alternative ai licenziamenti e alla chiusura dell’azienda, nonostante questa richiesta sia stata avanzata e sostenuta con forza anche dal ministero dello Sviluppo in sede di trattativa”.
“È inaccettabile – continua – che General Electric, mentre prende sovvenzioni statali per ampliare alcuni siti, proceda alla dismissione dello stabilimento di Sesto San Giovanni, acquisito da pochi mesi. Ed è sconcertante l’arroganza con cui tratta non solo i lavoratori ma anche le istituzioni.”
“Il nostro obiettivo – a suo avviso – è sempre stato e resta il mantenimento in attività e lo sviluppo dell’importante sito di Sesto San Giovanni: non abbiamo accettato e non accetteremo provocazioni”.
Adesso occorre "che General Electric cambi atteggiamento, in modo da eliminare il clima di tensione provocato da questi atti. Per far questo è necessario – conclude Rappa – che si riattivi un vero tavolo di confronto, come peraltro chiesto dallo stesso ministero dello Sviluppo economico, nel quale lavorare per portare al mantenimento delle produzioni e dell'occupazione nel sito di Sesto San Giovanni.”