“C'è una grande attenzione sul nostro congresso, come se dovesse ricomporre il mondo della sinistra che si è disgregato negli ultimi anni”. Così il segretario generale della Flai, Ivana Galli, dal palco del congresso della Cgil. “La crisi che ha dissolto la politica e la rappresentanza non è solo colpa dell'austerità – a suo avviso -, ma è un malessere più profondo che deriva dal non rinnovamento della sinistra, che quando è stata al governo ha adottato politiche neoliberiste a danno dei lavoratori”. Ricette “non utili”, perché la competitività “si fa con innovazione e investimenti pubblici. Invece l'incapacità di interpretare i bisogni e intervenire sui grandi patrimoni ha portato a saltare la rappresentanza, alla democrazia diretta, al sovranismo e al populismo”.
Oggi alcune zone del nostro Paese sono “bombe sociali”, ha detto Galli. “Riconnettere il Paese è complicato, ma bisogna ripartire con un'idea del futuro basata sulla Costituzione antifascista. Da anni la Cgil ha indicato gli elementi per il rilancio, ha detto che bisogna ripartire dal lavoro, rimetterlo al centro”. Il congresso, in tal senso, “può rimettere in discussione la disintermediazione e il ruolo del sindacato nel Paese”.
Alla domanda 'dove eravamo in questi anni?', Ivana Galli ha risposto: “Eravamo nelle strade, nelle fabbriche, nelle rotonde dove si reclutano i lavoratori a tre euro l'ora. Il nostro osservatorio, il rapporto su agromafie e caporalato è diventato un punto di riferimento. Eravamo a Foggia dove sono morti 16 ragazzi tornando dal lavoro, di cui ci siamo già dimenticati perché erano neri”. La Flai ha sempre denunciato il caporalato, il segretario lo rivendica: “Ora ne parlano tutti, anche a sproposito, bisogna riconoscere il continuo e incessante lavoro nella Flai per squarciare il velo sullo sfruttamento nelle campagne. Siamo noi che cerchiamo di far uscire dall'invisibilità tante donne sfruttate, anche sessualmente, la stampa se ne dimentica”.
“Dobbiamo ripartire dalle aziende che utilizzano caporalato e sfruttamento, e dai committenti che sono coperti dalla politica e dalle grandi lobby – ha aggiunto -. Nella convocazione del tavolo nazionale sul caporalato si afferma che bisogna intervenire sulla legge 199, ritenuta troppo prescrittiva per le imprese. È proprio il contrario: la questione si deve affrontare applicando quella legge, che è stata ottenuta grazie alle nostre lotte”. Galli ha lanciato infine una proposta: “Organizzare una grande mobilitazione nazionale delle tre confederazione contro il caporalato e la riduzione in schiavitù, per chiedere la piena applicazione della legge 199”.