"Un uomo bruciato vivo. Storia di Ion Cazacu": questo il titolo del libro che verrà presentato dalla Fillea Cgil di Varese e dall'editrice Chiare Lettere il 13 maggio a Gallarate, alle 17.30 presso il Teatro del Popolo di via Palestro, alla presenza degli autori, Dario Fo e Florina Cazacu, figlia di Ion, ingegnere rumeno impiegato da manovale, che 15 anni fa venne bruciato vivo dal suo datore di lavoro perché si era ribellato alle disumane condizioni di lavoro a cui era sottoposto. Insieme ad altri operai che vivevano la sua stessa condizione di sfruttamento, Ion aveva chiesto al datore di lavoro di uscire dalla clandestinità e di avere una paga più dignitosa. L'imprenditore non ne aveva voluto sapere e, dopo averli minacciati, prese una tanica di benzina, la gettò su Cazacu e gli diede fuoco. Ion morì dopo un mese di agonia.

Il libro di Dario Fo e di Florina Cazacu ripercorre una vicenda giudiziaria comunque una svolta: per la prima volta in Italia si applicò ai suoi compagni una legge sino allora applicata solo per altre fattispecie che garantiva il permesso di soggiorno regolare a chi denunciava il proprio aguzzino. Furono centinaia le persone inquisite: nella ricca Varese in un solo anno furono concessi 79 permessi ad altrettanto lavoratori clandestini che denunciarono la loro riduzione in schiavitù. Racconta Flavio Nossa, segretario Fillea Varese: "Ci siamo chiesti in questi anni: se Ion avesse incontrato il sindacato prima di quel tragico evento, forse le cose non sarebbe andate cosi, perchè non sarebbe più stato solo e inerme contro il potere esercitato dal suo "padrone".