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La “situazione del quadro contrattuale è ancora molto complicata, con quasi 13 contratti nazionali non rinnovati. Significa che milioni di lavoratori, da tre a cinque anni a questa parte, non hanno avuto una risposta neanche sotto il profilo salariale”. Così Maria Grazia Gabrielli, segretario generale della Filcams Cgil (Federazione lavoratori commercio turismo e servizi) affronta i temi della stagione contrattuale ai microfoni di RadioArticolo1.
“Situazioni – aggiunge Gabrielli nel corso del programma Italia Parla – complicate dagli atteggiamenti delle associazioni datoriali”. La sindacalista cita “due blocchi importanti, quello della cooperazione e della distribuzione cooperativa e quello della grande distribuzione organizzata associata a Federdistribuzione. Qui da diversi anni non riusciamo a pervenire a una intesa, a un incontro sia sotto il profilo del salario sia, soprattutto, per quanto riguarda gli aspetti normativi. La cooperazione continua a chiedere un rinnovo del contratto che abbia come punto fondamentale il recupero di quello che i datori sostengono essere il gap competitivo con le altre imprese concorrenti del settore privato. Sin dall’inizio non abbiamo accettato questo modo di pensare al rinnovo, per ragioni evidenti, perché ci toglie la possibilità di consegnare un contratto che dia risposte alle lavoratrici e ai lavoratori”.
Prosegue Gabrielli: “La traduco banalmente così: se il rinnovo ha come finalità sostanziale quella di togliere le tutele attuali, i diritti che i lavoratori hanno nel contratto nazionale, in cambio di un aumento del salario, rischiamo una partita di giro dove si perde di vista la qualità del contratto che si consegna alle lavoratrici e ai lavoratori. Lo scontro competitivo tra le imprese in un mercato sempre più complicato e sempre più globale non può essere ancora una volta quello di schiacciare e di recuperare il gap competitivo soltanto sul costo del lavoro”.
“Il rinnovo del contratto – insiste il segretario Filcams – ha l'effetto innanzitutto di essere il grande contenitore che regola le condizioni del settore e i rapporti di lavoro, e che garantisce l'equità, la solidarietà tra tutti i lavoratori da nord a sud, quindi è indiscusso a nostro avviso il rinnovo del contratto come punto qualificante del sistema di relazioni che abbiamo conosciuto in questi anni”.
“Abbiamo svolto diverse mobilitazioni che hanno visto una grande partecipazione e un grande sforzo da parte di lavoratrici e lavoratori. Siamo passati da scioperi nazionali a mobilitazioni nazionali e territoriali”.
“Continuiamo a insistere nei confronti delle associazioni datoriali. I problemi del settore non possono essere scaricati su o gestiti solo da lavoratori e organizzazioni sindacali. Rispetto al contratto nazionale, su cui poggia anche un sistema di relazioni di settore, i datori di lavoro devono assumersi le loro responsabilità. Non escludiamo ovviamente, così come abbiamo fatto nel corso di questi anni, di proseguire la mobilitazione. L’obiettivo delle organizzazioni sindacali è quello di dire che i contratti nazionali vanno rinnovati”, conclude Gabrielli.