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“Il 25 gennaio il congresso sarà finito. Si apre un nuovo mandato il cui impegno, in una fase che resta difficilissima nel Paese e nel contesto europeo, deve guardare al documento ‘Il lavoro è’ per orientare e praticare le parole d’ordine del nostro programma, un progetto alternativo per il Paese. Da parte nostra, abbiamo la responsabilità di continuare a far vivere il valore collettivo della nostra organizzazione, della nostra Cgil”. Lo ha detto la segretaria generale della Filcams Maria Grazia Gabrielli concludendo il suo intervento al congresso della confederazione. Per tutti questi motivi, aveva detto in apertura la dirigente sindacale, essere arrivati a Bari con “una Cgil divisa e concentrata su se stessa, che inciampa mentre percorre l’ultimo miglio, non ci ha fatto bene; ha oscurato il senso e lo spessore dei contenuti che abbiamo elaborato per disegnare una rinnovata dimensione del nostro ruolo di questi anni come soggetto sociale di rappresentanza, promotore di valori di emancipazione e riscatto anche attraverso la sua capacità progettuale”.
“Sembra che gli spazi siano stati recuperati in queste ore – aggiunge – partendo dal sostegno alla proposta avanzata da Susanna Camusso per la candidatura di Maurizio Landini. È la dimostrazione che l'obiettivo che dobbiamo perseguire tutti insieme sta nella responsabilità che abbiamo dell'unità dell'organizzazione come bene comune. La possibile soluzione non deve essere un punto di arrivo formale, dobbiamo dedicarci alla cura e alla riabilitazione della Cgil. Un Paese che non investe sui giovani – ha sottolineato – non ha futuro. Ma questo vale anche per noi, che dobbiamo continuare a costruire la connessione tra le nostre radici e le nuove necessarie pratiche sindacali, per saper leggere la contemporaneità e saperla rappresentare”. Positivo, a questo proposito, “il percorso che abbiamo svolto per arrivare alla costruzione del documento ‘Il lavoro è’, con l’idea di inserire una fase preparatoria dove i componenti delle assemblee generali, a tutti i livelli, hanno potuto contribuire”.
Il ragionamento si è poi spostato sull’azione contrattuale: “È il sale della nostra organizzazione, abbiamo bisogno di riprendere e approfondire il merito delle discussioni a partire dagli accordi sulla rappresentanza e sul modello contrattuale, e di riflettere su come le soluzioni contrattuali si sono articolate in questi anni in cui, tra negazioni, ritardi e mediazioni, abbiamo provato a difendere e rilanciare il contratto nazionale e mantenere faticosamente la contrattazione di secondo livello. Come abbiamo riconfermato nel documento congressuale – aggiunge Gabrielli – dobbiamo parlare del dumping, dei contratti pirata, della sovrapposizione dei perimetri contrattuali, della frammentazione e delle esternalizzazioni. E potrebbe essere una buona premessa quella di fare questa discussione nelle sedi dedicate, rispettando le storie contrattuali di ogni categoria e soprattutto conoscerle. Di penne rosse e penne blu ne abbiamo pieni zaini e borse, eviterei quindi un approccio volto a cercare possibili colpevoli del dumping in casa e proverei a evitare lectio magistralis e lanci di anatemi", nella consapevolezza, ha concluso, "che l'azione contrattuale è spesso e prevalentemente un patrimonio unitario”.