"Le parole del prefetto Gabrielli sul G8 di Genova sono importanti e lo sono soprattutto perché sono arrivate nel giorno in cui si commemorava la strage di via D'Amelio dove, assieme al giudice Paolo Borsellino, persero la vita gli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. È soprattutto a persone come loro, che sono morte per combattere la mafia, che dobbiamo portare rispetto e il rispetto una istituzione civile, democratica e complessivamente sana come la Polizia di Stato lo ottiene non nascondendo la propria storia né, tantomeno, i propri errori". Lo afferma Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil, commentando l'intervista del Capo della Polizia a Repubblica.
"Come sindacato di polizia della Cgil - dice Tissone - possiamo rivendicare con orgoglio di aver sempre sostenuto quello che oggi afferma Gabrielli: il G8 di Genova fu una catastrofe come lo furono gli anni a venire, quando la politica e i nostri stessi vertici non contribuirono alla ricerca delle responsabilità sistemiche, lasciando ai processi penali -che ci sono stati e che hanno fatto il loro corso - e alle responsabilità dei singoli il peso di una storia che non è mai stata scritta fino in fondo soprattutto sul versante del ruolo che la politica dell'epoca ebbe in quel frangente".
"Le parole più significative del nostro Capo - prosegue il sindacalista - sono quelle in cui immagina una Polizia di Stato che non teme leggi e controlli, che non ha paura della trasparenza. Un'istituzione libera che, aggiungiamo noi, respinge al mittente la visione, falsa e manichea, di un partito della polizia e di un partito dell'antipolizia".