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Il 10 e 11 settembre si riuniscono a Melbourne i Ministri del Lavoro dei paesi del G20. La Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI), il Comitato Consultivo Sindacale presso l'OCSE (TUAC), le Federazioni Mondiali di Categoria (GUFs) e i sindacati dei paesi del G20 – riuniti nel raggruppamento L20 – hanno presentato un documento di analisi e di proposte (vedi traduzione allegata) che chiede conto degli impegni più volte dichiarati nel corso dei precedenti vertici dei governi del G20.
In particolare, nella loro riunione di febbraio 2014, i Ministri delle Finanze e i Governatori delle banche Centrali del G20 si sono impegnati a misure coordinate per innalzare il PIL dell'area di 2% al di sopra delle attuali proiezioni, nei prossimi 5 anni. Ma, come mettono in luce i documenti preparatori del vertice di Melbourne, predisposti da ILO, OCSE, FMI e Banca Mondiale, negli stessi paesi delle maggiori economie mondiali, continua la crisi dell’occupazione e della qualità del lavoro.
Infatti, secondo il rapporto G20 labour markets: outlook, key challenges and policy responses, preparato da ILO, OCSE e Banca Mondiale per la riunione dei Ministri del lavoro, nei paesi del G20, l’ampia e persistente mancanza di posti di lavoro, sia in termini di quantità che di qualità, sta compromettendo la ripresa della crescita economica.
Nonostante qualche recente miglioramento, nella lenta ripresa dalla crisi finanziaria molte economie del G20 stanno ancora affrontando il problema della mancanza di posti di lavoro, che persisterà almeno fino al 2018.
Con oltre 100 milioni di persone ancora disoccupate nei paesi del G20 e 447 milioni di “lavoratori poveri” che vivono con meno di 2 dollari al giorno nelle economie emergenti del G20, la fragile performance del mercato del lavoro sta minacciando la ripresa economica in quanto frena sia i consumi che gli investimenti.
Il rapporto rileva che, nella maggior parte dei paesi G20, la crescita dei salari è rimasta molto indietro rispetto alla crescita della produttività, mentre le disuguaglianze salariali e di reddito sono rimaste elevate se non addirittura aumentate. In molte economie avanzate del G20, i salari reali sono in stagnazione, o addirittura diminuiti, mentre nelle economie emergenti del G20, gli elevati livelli di sottoccupazione e di informalità stanno compromettendo sia i risultati attuali che la futura produttività.
“Il lavoro è alla base della ripresa economica”, afferma il rapporto, confermando le analisi e le proposte dei sindacati. “I paesi del G20 hanno bisogno di più posti di lavoro e di migliore qualità per avviare una crescita sostenuta e garantire il benessere delle loro società”.
Politiche sociali ed economiche in controtendenza hanno consentito a molte economie emergenti di registrare progressi nella riduzione della povertà assoluta e, alcuni, sono riusciti a ridurre anche le disuguaglianze di reddito. Tuttavia, l’occupazione informale resta il principale ostacolo al miglioramento della qualità del lavoro, in particolare nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Secondo il rapporto, l’obiettivo di una crescita sostenibile, equa e inclusiva richiede misure trasversali in tutti i principali settori che possano migliorare produttività e salari, opportunità di lavoro, in particolare per quei gruppi più duramente colpiti dalla crisi o più vulnerabili.
I cambiamenti demografici, come il rapido invecchiamento della popolazione in alcuni paesi e l’aumento della popolazione giovane in altri, implicano anche la necessità da parte dei governi di adottare misure che promuovano la partecipazione al mercato del lavoro delle donne, dei giovani e di altri gruppi vulnerabili, il miglioramento delle loro competenze e il sostegno alla ricerca di un lavoro.
Il rapporto evidenzia anche la necessità di ulteriori misure come la protezione sociale, il dialogo sociale, i diritti del lavoro e la sicurezza sul lavoro.
La creazione di posti di lavoro di qualità e una solida e equa crescita sono obiettivi interconnessi, conclude lo studio. “Per invertire questo trend, che si autoalimenta, di crescita lenta, ridotta creazione di occupazione e bassi investimenti sono necessari interventi rivolti sia alla domanda che all’offerta del mercato del lavoro. Inoltre, questi interventi sarebbero più efficaci se venissero presi in maniera coordinata a livello di G20”.
Il documento sindacale, dal canto suo, insiste sulla creazione di nuovi posti di lavoro di qualità – soprattutto per i giovani e per le donne; sulla difesa e l'estensione dei sistemi di protezione sociale; sul ruolo della contrattazione collettiva per la difesa dei diritti dei lavoratori e la riduzione delle crescenti disparità di reddito, inique socialmente e negative per la stessa crescita economica. Dar corso coerentemente agli impegni assunti sull'apprendistato di qualità e sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – lungo tutta la catena globale della fornitura – sono altri due punti delle richieste sindacali ai Ministri del lavoro riuniti a Melbourne.