PHOTO
Si terrà la settimana prossima, a Brisbane (Australia) il vertice annuale dei Capi di Stato e di Governo dei paesi del G20. I sindacati dei paesi del G20, la Confederazione Internazionale dei Sindacati (CSI-ITUC), le Federazioni Mondiali di Categoria (Global Unions Federations) e il TUAC (Comitato Consultivo Sindacale presso l'OCSE) – L20 - presentano un loro documento che richiede un drastico cambiamento delle politiche finora attuate (e l'attuazione delle poche misure positive già annunciate) da parte dei governi del G20.
Il documento (vedi in allegato la traduzione italiana) parte dall'evidenza che “l'economia globale si trova ad affrontare una crescita debole, una disoccupazione elevata, bassi livelli di investimenti, una crescente mancanza di posti di lavoro e un aumento enorme delle disparità di redditto”. “I mercati finanziari – continua il documento sindacale - sono volatili, il cambiamento climatico e le sfide dello sviluppo restano irrisolte. Le crisi montanti come il conflitto nel Medio Oriente e lo scoppio dell'epidemia di Ebola nell'Africa Occidentale sono soltanto i riflessi più ovvi della natura interconnessa delle economie e delle società a prescindere dalla geografia o dal livello di sviluppo”.
Il movimento globale del lavoro, rappresentato dai sindacati del gruppo L20, chiede ai Capi di Stato e di Governo del G20 di dimostrare capacità di guida e volontà politica in un momento così cruciale, per portare avanti una serie di azioni politiche concrete a sostegno della domanda, per creare un'occupazione di qualità e per garantire uno sviluppo inclusivo e sostenibile.
I sindacati chiedono al G20 di:
- concordare una equilibrata combinazione di politiche nel Piano d'Azione di Brisbane per stimolare la domanda, aumentare i redditi bassi e creare occupazione;
-portare avanti investimenti in infrastrutture pubbliche e adottare obiettivi di investimento quinquennali;
- tener fede agli impegni del passato per creare occupazione di qualità e formazione per i giovani;
- adottare un piano ambizioso volto ad investire in una crescita a bassa emissione di carbonio e a ridurre le emissioni di gas a effetto serra;
- accelerare il ritmo per garantire una fiscalità giusta e attuare il Piano d'Azione sull'Erosione della Base Imponibile e il Trasferimento dei Profitti (BEPS);
- portare avanti gli impegni del passato in materia di regolamentazione finanziaria e porre fine alle banche “too big to fail”;
- garantire che il commercio e le catene della fornitura contribuiscano a creare occupazione dignitosa e luoghi di lavoro sicuri;
- rispettare gli impegni politici assunti in passato, aumentare il coordinamento specialmente tra le riunioni dei ministri delle Finanze e del Lavoro del G20 e portare la voce dei lavoratori nel G20 e nei processi politici nazionali per ripristinare la fiducia dell'opinione pubblica nella ripresa economica.
I sindacati L20 ripropongono, inoltre, lo studio già presentato in occasione del precedente incontro dei Ministri del Lavoro del G20, secondo il quale politiche combinate di aumento dei salari tra l'1% e il 5% del PIL e di investimenti pubblici in infrastrutture dell'1% del PIL per i prossimi 5 anni, aumenterebbero la crescita oltre lo scenario attuale nei paesi G20 di quasi il 6%.