"Servizi fiscali e previdenziali a rischio per decine migliaia di cittadini anche in Friuli Venezia Giulia. Questo il rischio concreto che potrebbe concretizzarsi se il Parlamento dovesse confermare i tagli ai Caf e ai patronati dei sindacati e delle associazioni di categoria, previsti dal disegno di legge di stabilità presentato dal governo. Tagli che ammontano rispettivamente a 100 milioni per i servizi di assistenza fiscale, pari a un terzo delle attuali entrate, e a 48 per quelli di natura previdenziale garantiti dai patronati, dopo un taglio di 35 milioni già subito nel 2014, con un calo di entrate che complessivamente supererebbe il 20%". E' l’allarme di Cgil-Cisl-Uil che ritengono, appunto, insostenibili i tagli in Finanziaria e chiedono ai parlamentari del Fvg un incontro il 20 novembre a Monfalcone
 
"Evidenti, vista l’entità delle misure, le ripercussioni sui bilanci e sul personale. Con inevitabili ricadute sui servizi erogati, che riguardano un bacino complessivo, a livello nazionale, di 17 milioni di contribuenti per i Caf e di quasi 7 milioni di lavoratori, pensionati e cittadini per i patronati. L’impatto sarebbe pesantissimo anche in regione, dove sono quasi 300mila le dichiarazioni dei redditi elaborate o comunque presentate attraverso i Caf, oltre a 90mila modelli Isee e altri servizi di natura fiscale e contabile, e dove l’85% delle domande di pensione passa attraverso i patronati, per un ammontare complessivo di circa 150mila pratiche previdenziali o assistenziali all’anno".

Da qui l’appello che le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, con i rispettivi segretari organizzativi Emanuele Iodice, Alberto Monticco e Claudio Cinti, hanno rivolto ai parlamentari del Fvg, invitandoli a un incontro in programma a Monfalcone venerdì 20 novembre. Nell’occasione i rappresentanti dei sindacati confederali chiederanno a deputati e senatori del Fvg di intervenire in sede di discussione parlamentare per "cancellare una misura che, se approvata, danneggerebbe gravemente una rete di servizi diffusi sul territorio ed efficienti, a garanzia di tutti i cittadini e in particolare dei più deboli".

"La richiesta, spiegano i sindacati  in una lettera inviata ai parlamentari, si colloca nell’ambito di una campagna d’informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica che si sta sviluppando su tutto il territorio nazionale «ed è tesa a dimostrare le gravi ripercussioni che avrebbero questi provvedimenti".

I tagli prospettati, infatti, rischiano di compromettere l’importante funzione sociale che da sempre svolgono i Caf, con particolare riferimento alle tariffe praticate per le dichiarazioni dei redditi e per la compilazione del modello Isee, necessario per godere delle prestazioni sociali agevolate che la pubblica amministrazione prevede per chi è in situazione di svantaggio economico o sociale. Importanti ripercussioni potrebbero registrarsi anche sul progetto 730 precompilato. I Caf, se i tagli fossero quelli prospettati, non sarebbero infatti in grado di garantire, tra le altre cose, le attività che quest’anno hanno determinato il buon esito dell’operazione , visto che attraverso i Caf o un intermediario è pervenuto il 93% delle dichiarazioni, mentre quelle inviate direttamente all’Agenzia delle Entrate sono state soltanto il 7%.