PHOTO
Il 15 novembre, al primo incontro della procedura istituzionale prevista per i licenziamenti collettivi annunciati da Froneri, l'azienda ha ribadito davanti a Regione Emilia Romagna, Comune di Parma, Ministero dello Sviluppo economico e ministero del Lavoro l'intenzione di cessare l'attività produttiva a Parma e procedere ai 120 licenziamenti, “rifiutando un'ipotesi di gestione della ristrutturazione attraverso cassa integrazione straordinaria e ricerca di una reindustrializzazione del sito capace di riassorbire almeno una parte degli esuberi. Questo nonostante tutte le istituzioni presenti abbiano ribadito la disponibilità di ammortizzatori sociali e la volontà di accompagnare un progetto, anche di terzi, di riconversione industriale”. Ne danno notizia Flai Cgil e Uila Uil Parma.
Le due sigle sindacali sottolineano in un comunicato che “l'atteggiamento aziendale si è confermato irresponsabile, causa di una radicalizzazione del conflitto senza precedenti. Si dimostra – proseguono Flai e Uila – ancora una volta nessuna attenzione agli aspetti sociali e umani della vertenza. Questo da parte di una multinazionale che si vanta di ‘codici etici’ attenti alla responsabilità sociale, cliente di catene distributive come Coop e Conad che si dicono responsabili eticamente e di proprietà di Nestlé, a sua volta sedicente impresa socialmente impegnata”.
L'assemblea dei lavoratori oggi ha confermato il presidio permanente davanti allo stabilimento di via Bernini e ha dato mandato ad intraprendere ogni azione utile a riconquistare una vera trattativa che scongiuri i licenziamenti e costruisca ipotesi di reindustrializzazione.
“In questi giorni – ricordano i sindacati – la solidarietà del territorio di Parma è stata straordinaria ed è in crescendo. Tanti cittadini, lavoratori, pensionati, ex dipendenti, delegati sindacali, sindaci del territorio, rappresentanti della politica e delle istituzioni hanno visitato la tenda e il gazebo allestiti fuori dalla fabbrica”.
Le organizzazioni dei lavoratori informano che le iniziative continueranno: è previsto un gemellaggio col sindacato tedesco che vive una simile vertenza nella fabbrica ex Nestlé di Uelzen; verranno sensibilizzati i parlamentari europei, si sta organizzando un presidio direttamente in Svizzera, a Vevey, quartier generale di Nestlé e si “chiederà mandato agli organismi dirigenti per indire, qualora non emergessero soluzioni, uno sciopero generale dell'industria alimentare di Parma, affinché l'intero territorio isoli atteggiamenti che non devono avere cittadinanza in una provincia in cui la buona contrattazione e la crescita delle imprese sono sempre andate di pari passo”.