Il commissario della Franco Tosi Meccanica Spa è stato autorizzato oggi dal Ministero dello Sviluppo Economico ad avviare oggi la procedura di vendita dell'azienda. Nel bando di autorizzazione all'avvio della procedura di vendita - rende noto la Fiom Lombardia in una nota - vengono esplicitati in particolar modo i parametri di valutazione delle offerte, da considerare come criteri predeterminati nell'operazione, così come specificati nel disciplinare. Queste le parcentuali: 50% per il prezzo, 30% per i livelli occupazionali e 20% per il piano industriale.

"Con profondo sconcerto abbiamo appreso di questa opzione da parte del ministero, che stabilisce la priorità per la variabile prezzo e di fatto subordina al 30% il mantenimento dei livelli lavorativi e solo al 20% la solidità del pianio industriale. Una scelta siffatta si scontra con quanto ribadito a più riprese dal commissario straordinario Andrea Lolli e dai rappresentanti del Ministero in merito alle prospettive dello storico stabilimento di Legnano. Il commissario aveva infatti sostenuto di voler salvaguardare in prima battuta la continuità aziendale e la garanzia dei posti di lavoro", argomenta Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia, che da anni ormai segue la vertenza della Franco Tosi.

"Questa soluzione ribalta invece i criteri, assegnando la metà del peso alla leva del prezzo in un'operazione che fa diventare secondario il piano industriale e l'occupazione: una logica da Tribunale fallimentare, più che da legge Prodi. Stabilire il 50% di importanza in riferimento alla variabile prezzo - continua ancora il segretario dei metalmeccanici lombardi - non significa soltanto posporre gli interessi dei lavoratori e le reali prospettive aziendali, procedendo con un intento liquidatorio rispetto a ventuali offerte che darebbero più garanzie dal punto di vista occupazionale e della validità del piano industriale".

"Il paradosso di queste percentuali porta al fatto che il Bando di gara potrebbe assegnare la Franco Tosi a chi facesse un'offerta vantaggiosa a livello di prezzo, a discapito di chi volesse rilanciare l'azienda con un piano industriale fatto di maggiori investimenti. E' chiaro che la scelta intrapresa, specchio di una deleteria gestione, salvaguarda soltanto i creditori, pregiudica altri tipi di percorsi più articolati e rispettosi nei confronti dei lavoratori”, ribadisce il sindacato delle tute blu.

“Se si fossero seguiti i suggerimenti del sindacato, a quest'ora ci sarebbero almeno 200 lavoratori occupati. Invece ci troviamo di fronte a un utilizzo massiccio della cassa integrazione per i dipendenti della Franco Tosi e a un futuro incerto nei tempi e nelle modalità di prosecuzione imprenditoriale. Alla luce di questo provvedimento si stanno evidenziando le cose che come Fiom avevamo sempre detto in questi mesi. Vista la delicatissima situazione chiediamo che anche la regione Lombardia, che ha avviato un tavolo in questi giorni sulla Franco Tosi, intervenga nei confronti del commissario per far chiarezza su questa decisione che potrebbe mettere a rischio i livelli occupazionali", conclude Rota.