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Una giustizia efficiente è il pilastro di ogni democrazia moderna. Ma quanto siamo lontani da tale obiettivo? E quanto pesano fenomeni come la corruzione e l'illegalità sul nostro sistema? Su questo, ha risposto stamattina a 'Italia parla', la rubrica quotidiana di RadioArticolo1, Gianna Fracassi, segretaria confederale Cgil (ascolta il podcast integrale).
"Il punto – ha esordito la dirigente sindacale – sono gli strumenti per arrivare ad avere una giustizia più efficiente e quindi anche una certezza del diritto, sia per i lavoratori che per le imprese. Crediamo che quanto fatto fino ad oggi abbia luci e ombre: il processo telematico consente di accelerare i tempi delle procedure, invece siamo profondamente delusi da tutte quelle norme, già annunciate nell'agosto scorso, ma di cui non si vede ancora la traduzione legislativa, che dovevano garantire un obiettivo importante, la battaglia e il contrasto all'illegalità".
"Per quanto riguarda il fenomeno dilagante della corruzione - il cui costo sociale per la Corte dei Conti è di 60 miliardi l'anno -, che ci colloca al primo posto in Europa, anche il ministro della Giustizia Orlando ha detto che ha una dimensione intollerabile. Finora, però, non si è agito in modo adeguato. E le riflessioni del capo dell'Autorità nazionale anticorruzione sono piuttosto preoccupanti: secondo Cantone, si tratta di un fenomeno che potremo attenuare, ma non debellare mai del tutto. Su questo, non ci stiamo: avevamo accolto con favore alcune misure sul versante della repressione dell'autoriciclaggio, ma il testo è stato poi modificato rispetto all'obiettivo più alto che per noi era importante mettere in campo, cioè i termini di prescrizione che fanno morire tantissimi processi, come quelli sulle frodi comunitarie o sul falso in bilancio. Attraverso il nero che si produce, è inammissibile avere una legge che tollera una parte di evasione. Bisogna tagliare le risorse che alimentano la corruzione; poi va ripenalizzato il falso in bilancio e cancellata la legge ad personam di Berlusconi. Secondo noi, questo è un punto centrale, ma non ci sembra che il Governo stia andando in tale direzione", ha proseguito Fracassi.
"Sempre sulla riforma della giustizia, fin dal primo incontro con il Guardasigilli, abbiamo sollecitato un'operazione sul versante del personale, la stabilzzazione dei precari della giustizia, circa 3.000, che tra meno di un mese, dopo quattro anni di tirocinio formativo da parte dello Stato, rischiano di essere espulsi dal lavoro. Finora non si è fatto assolutamente nulla per loro, mentre ancora oggi abbiamo oltre 9.000 posizioni vacanti nelle sedi periferiche e centrali del ministero. A fronte di ciò, si è annunciato un concorso per l'assunzione di 1.000 persone. Gli stessi magistrati dicono che si possono fare tutte le innovazioni telematiche che si vogliono, ma quando manca il personale, e con i prossimi pensionamenti raggiungeremo le 10.000 unità da colmare, c'è un problema di funzionalità degli stessi uffici. Inoltre, c'è un tema che riguarda la riqualificazione del personale in servizio. Anche qui, vorremmo che da questo punto di vista si desse seguito alle affermazioni che lo stesso Orlando ha fatto pochi mesi fa. Invece, in questa fase l'idea è di fare un'operazione tesa al contenimento dei costi solo sul versante del personale", ha rilevato ancora la segretaria confederale.
"In tema di appalti sui lavori pubblici, Cantone ha fatto una serie di proposte: istituire un albo nazionale dei commissari di gara, vietare le deroghe al codice appalti, rafforzare i controlli, premiare l'affidabilità delle imprese che consegnano i lavori nei tempi previsti. Su questo, siamo assolutamente d'accordo, e in tale direzione la Cgil ha avviato una campagna per la raccolta delle firme, e, per un altro versante, una proposta di legge di iniziativa popolare sugli appalti che verte su tre punti: garantire i trattamenti dei lavoratori, contrastare la concorrenza sleale e tutelare l'occupazione nei cambi di appalti. La nostra iniziativa vuole proprio per integrare quello che ci sembra sia un piano incompleto sul fronte della tutela dei lavoratori, che significa garanzia dei contratti, che vuol dire freno al subappalto selvaggio, ma anche agli appalti al massimo ribasso, soprattutto quelli labor intensive", ha aggiunto Fracassi.
"Un'altra ingiustizia intollerabile è quella che segnala l'Organizzazione internazionale del lavoro: 212 milioni di senza lavoro in tutto il mondo nel 2019, mentre in Italia, tra due anni, la disoccupazione sarà al 12,3%, malgrado il Jobs act di Renzi. Ciò conferma la nostra tesi: il ragionamento di fondo del Governo è davvero inaccettabile, cioè che l'abbassamento di tutele e diritti dovrebbe favorire l'occupazione. Non è così in nessun paese europeo. Pensiamo alla Spagna, alla Grecia. Ovunque, il lavoro si crea se si riparte da un forte investimento pubblico. Lo abbiamo detto più volte e lo hanno ribadito importanti economisti e studiosi: penso a Mariana Mazzucato, che solo pochi giorni fa ha ribadito le cose che diciamo da tempo, cioè che agendo solo sulle architetture legislative non si fa un intervento che possa garantire occupazione, a fronte di una crisi che è gravissima e che determina previsioni, rispetto alla disoccupazione, sostanzialmente stabili nei prossimi anni. Non è sufficiente quello che è stato fatto, anzi è profondamente ingiusto, e per tali ragioni non ci fermeremo sul versante del Jobs act, ma metteremo in campo tutto il possibile. Ciò che manca, sono politiche in grado di determinare un cambio di rotta sul versante dell'occupazione e della crescita", ha concluso l'esponente Cgil.