Il sindacato dei medici italiani-Smi, Fp Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Fpl Medici e Simet hanno inviato una lettera aperta al ministro Beatrice Lorenzin e al coordinatore della Commissione Salute, Antonio Saitta, in cui si precisano alcuni aspetti della missiva dell’intersindacale inviata il 6 giugno scorso, sul punto b) del documento relativo all'articolo 22 del Patto per la Salute, presentato dalle Regioni. Le varie sigle contestano di aver sottoscritto e condiviso tre punti in particolare: sulla valutazione dell'Atto di indirizzo, sull'accesso alla facoltà di medicina, sul corso di formazione in medicina generale. Rimane, invece, invariato il giudizio positivo su quanto già definito e concordato nella cosiddetta vertenza salute.
Le organizzazioni sindacali ribadiscono la netta contrarietà al passaggio dell'Intersindacale in cui si parla di 'entrare nella fase risolutiva degli accordi delle convenzioni, che devono accogliere gli intendimenti delle recenti integrazioni all'atto di indirizzo'. Queste sigle infatti, come è noto, hanno sempre contestato "l’ultima integrazione all’atto di indirizzo che, nei fatti, supera l’h24 a favore dell’h16, a danno dell’assistenza notturna dei cittadini e degli stessi medici della guardia medica".
Si contesta, quindi, la richiesta d'intervenire con maggior rigore e 'maglie più strette' nell’accesso al corso di laurea in medicina e chirurgia, in quanto si considera più corretto percorrere altre strade. Smi, Fp Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Fpl Medici e Simet propongono che "vada rivista tutta la problematica dell’accesso al corso di laurea, garantendo a tutti gli aspiranti medici l’accesso iniziale, con una selezione successiva in base a criteri oggettivi". Infine, si ritiene, non più derogabile "la trasformazione del corso di formazione in medicina generale in una specializzazione universitaria, ancorché con formazione sul territorio, così come avviene negli altri paesi europei, con equiparazione delle borse di studio tra gli attuali medici formandi e specializzandi".