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"La tortura è solo nel titolo. La legge approvata, infatti, rende complicata e difficile la persecuzione del reato". Così la Fp Cgil commenta il via libera al provvedimento sul reato di tortura approvato ieri in via definitiva alla Camera, aggiungendo che: "Il testo, a distanza di 33 anni dalla ratifica, non risponde ancora alle previsioni della Convenzione dell'Onu".
Per la funzione pubblica Cgil "la legge, che nel corso di questi quattro anni di discussione ha subito continui rimaneggiamenti, tanto da incassare pesanti rilievi critici da parte del presidente della Commissione per i diritti umani del Senato, Luigi Manconi, non è adatta a perseguire la tortura come reato specifico, come prevede la Convenzione delle Nazioni Unite, né a garantire che vengano effettivamente punite le condotte illecite".
Tra le altre cose, continua la Fp Cgil, "la legge non sarà in grado di tutelare le forze dell'ordine che fanno coscienziosamente il loro lavoro, in ragione della vaghezza che la contraddistingue. L'auspicio è che la legge possa essere rivista quanto prima, nel frattempo ci auguriamo che il testo, in fase applicativa, possa essere migliorato dalla giurisprudenza. Dopo 33 anni è ora di mettere un punto a una lunga e indegna attesa per un paese che voglia definirsi civile", conclude la Funzione Pubblica Cgil.