"Dopo la tragica e vergognosa vicenda del paziente deceduto a Napoli il mese scorso e a seguito del rapporto elaborato dagli ispettori del ministero della Salute, la struttura commissariale ha emanato delle disposizioni urgenti per la gestione del paziente politraumatizzato a tutte le aziende sanitarie. A fronte delle criticità strutturali conseguenti al ritardo nella realizzazione delle reti tempo dipendenti, alla mancata integrazione fra territorio e ospedale dell'emergenza e alla carente dotazione organica, la struttura commissariale interveine con l'emanzione di disposizioni che tentano di recuperare, in soli sette giorni, anni di ritardo nella riorganizzazione del sistema di emergenza sanitaria". Così la Funzione pubblica medici Cgil di Napoli e della Campania in una nota.
"È velleitario pensare di risolvere le tante criticità imponendo protocolli e percorsi in un settore disorganizzato, perchè denota mancata contezza della realtà, oltre a scaricare sull'anello più debole, i lavoratori, le inadempienze strutturali organizzative. Se non si riorganizza il percorso assistenziale in emergenza, se non si condividono protocolli, procedure e indicatori di risultato, se non si distribuisce il personale nei servizi, tenendo conto dei carichi di lavoro, ma soprattutto se non si implementa la dotazione organica di personale dedicato all'emergenza preospedaliera (118) e ospedaliera (ps, Obi, Dea), ogni intervento è destinato a fallire. Agire a valle del percorso imponendo, da subito, il trasporto dei politraumatizzati maggiori nei Dea di secondo livello e l'istituzione in ogni Pronto soccorso di un Trauma team, con un leader (dirigente) e un Case manager (infermiere), non è la soluzione più idonea a garantire un'efficace risposta assistenziale", continua il sindacato.
"Un sistema che funziona deve assicurare al paziente politraumatizzato l'invio di un mezzo di soccorso avanzato medicalizzato in grado di syabilizzare il paziente e di condurlo nell'ospedale giusto, nel tempo giusto e nelle migliori condizioni possibili , perché un intervento qualificato nella prima ora dell'evento aumenta la probabilità e la qualità della sopravvivenza. Solo nel caso in cui il mezzo medicalizzato non fosse disponibile in tempo utile è consentito il trasporto del paziente nell'ospedale più vicino. La centralizzazione di tutti i politraumatizzati nel Trauma center, attrezzati 24 ore su 24, con adeguata dotazione organica, consente la presa in carica del paziente da un team di professionisti che garantiscono adeguati percorsi clinico-diagnostici. È da qui che bisogna partire se si vuole realmente invertire la rotta per assicurare ai cittadini delle prestazioni in emergenza efficaci e degne di un sistema sanitario pubblico e universalistico. Altre soluzioni non sono condivisibili, perchè denotano 'pressapochismo', scarsa conoscenza della realtà e sono potenzialmente pericolose per cottadini e opeartori", conclude il sindacato.