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Quasi 30mila gli illeciti accertati tra filiera agroalimentare, bracconaggio degli animali e racket delle specie protette, oltre 6mila i sequestri e 11mila le persone denunciate. Circa 37mila gli ettari andati in fumo per gli incendi dolosi. Sono solo alcuni dei dati che compongono il grande quadro sul business delle ecomafie. Un business che ogni anno frutta intorno ai 20 miliardi di euro, secondo le stime di Legambiente.
Un circuito di ecoreati scoperti e fermati soprattutto dal corpo Forestale dello Stato. Un esercito di 8mila tra uomini e donne che, per quasi 200 anni, ha protetto il patrimonio naturale del paese, la sicurezza alimentare e la tutela della biodiversità, e ha contrastato ogni sorta di illeciti contro l'ambiente, il maltrattamento di animali e delle specie protette. Questo fino al 28 luglio scorso, quando, in Consiglio dei ministri, il governo Renzi ha decretato il suo scioglimento e il suo accorpamento nell'arma dei Carabinieri.
“Un fatto grave e una scelta scellerata”, così commenta la Fp Cgil nazionale l'approvazione del decreto. “Si cancella nei fatti un corpo cruciale nel contrasto e nella prevenzione delle violazioni dell'ambiente, privando così i cittadini stessi di una forza estremamente utile. Funzioni che difficilmente troveranno spazio nei Carabinieri, specializzati, invece, in attività di investigazione e repressione dei crimini, anche di quelli ambientali”.
Per la categoria Cgil dei servizi pubblici, però, “la partita non si chiude qui. Continuerà, anche per vie legali, il nostro impegno per la tutela degli uomini e delle donne della forestale e del lavoro che questi svolgono al servizio dei cittadini. Lo smantellamento del corpo Forestale è molto grave anche perché, per questa via, si sopprimono non solo le funzioni dell'unica polizia ambientale del nostro paese, ma anche tutti i diritti civili e sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori. È per questo che abbiamo già predisposto, di concerto con la Cgil, una strategia legale da mettere in campo non appena verranno resi noti il decreto legislativo approvato e i decreti attuativi”, conclude il sindacato.