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Caos mobilità per centinaia di forestali. “A due giorni dallo scioglimento del corpo, così come previsto dalla riforma Madia, e dopo aver fatto domanda di assegnazione presso altre pubbliche amministrazioni, centinaia di componenti del fra poco ex corpo forestale dello Stato ancora non hanno ricevuto alcuna risposta”. A denunciarlo è la Fp Cgil aggiungendo che “dopo aver fatto domanda di assegnazione ad altre Pa, tramite il cosiddetto portale della mobilità presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, a oggi, a tre giorni dalla data fatidica dello scioglimento del Corpo forestale dello Stato, centinaia di lavoratrici e lavoratori non sanno ancora: se la loro domanda sia stata accettata, presso quale amministrazione dovranno essere inquadrati e a quali condizioni”.
Tutto ciò, secondo il segretario nazionale della Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte, “oltre che prevedibile e già da noi denunciato da tempo, suona davvero come un atto di disprezzo della condizione umana e civile di tutte queste persone”.
Soltanto lo scorso 19 dicembre, dietro le parole 'Civili per natura', migliaia di forestali erano scesi in piazza a Roma per rivendicare una sospensione di almeno sei mesi del decreto attuativo della riforma Madia, che dal primo gennaio cancellerà e accorperà la Forestale nei Carabinieri. Per tutta risposta il Ministero della Pa comunicava, pochi giorni dopo, “con una circolare il decadere dal primo gennaio del ruolo di rappresentanza dei sindacati dei membri del corpo forestale perché, alla luce degli effetti della riforma Madia, forzatamente militarizzati”. Di conseguenza, spiega Chiaramonte, “la fine dei diritti di cittadinanza per 7.500 donne e uomini del Corpo forestale transitati a forza dei Carabinieri”.
Il percorso verso la cancellazione e la militarizzazione del corpo sembra così segnato. “Vorremmo poter chiedere - afferma il segretario nazionale Fp Cgil - conto a qualcuno di tale disprezzo e dell’insipienza con cui si sta affrontando una fase così difficile per il destino del Corpo e delle migliaia di vite ad esso legate, ma nessuno vuole assumersi la responsabilità e la dignità di rispondere nemmeno alla banale richiesta di rinvio, derivante dalle difficoltà sempre più numerose che stanno emergendo”.
Una vicenda, conclude Chiaramonte, “che sta dimostrando moltissimi limiti per chi esercita responsabilità di governo, così come una palese incapacità a coniugare l'esigenza di migliorare i servizi ai cittadini e di rispettare le condizioni dei lavoratori”.