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In questi giorni nel settore del food delivery è stata annunciata la vendita di Foodora a Glovo ed è trapelata la volontà di Glovo di non dare continuità ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa instaurati da Foodora con quasi 2mila rider in tutta Italia. Risultato: a Firenze circa 200 ciclofattorini resteranno senza lavoro dal primo dicembre, quando saranno scaduti i loro co.co.co.
"Si tratta di ragazzi e ragazze, giovani e anche meno giovani, studenti o ciclofattorini a tempo pieno - spiegano in una nota Ilaria Lani e Aldo Iacona del Nidil Cgil Firenze - Per continuare a lavorare, se vorranno, potranno solo partecipare alle selezioni di Glovo, senza nessuna garanzia di continuità occupazionale, e sperare di vincerle all’interno di una gara con nuovi sistemi di ranking. Qualora fossero scelti da Glovo, vedrebbero in ogni caso peggiorare le proprie condizioni di lavoro, in quanto non avrebbero un co.co.co, ma una collaborazione occasionale pagata a cottimo".
“Foodora ha ceduto a Glovo l’intero pacchetto commerciale, dai ristoranti ai dati sulle App fino ai clienti, ma non i lavoratori che in quanto co.co.co non hanno nessuna garanzia: un panino per queste aziende vale più dei lavoratori in carne ed ossa - denunciano i due sindacalisti di Nidil - È inaccettabile, per questo abbiamo scritto alla Regione Toscana affinché apra un tavolo di crisi sulla vertenza, così come abbiamo scritto ai vertici locali di Foodora per chiedere un incontro”.
NidiL Cgil, insieme ai ciclofattorini fiorentini, organizzerà un flash mob in una piazza del centro di Firenze per venerdì 16 novembre. Ma la vertenza è nazionale e i sindacati confederali hanno chiesto alle aziende coinvolte e alla nuova proprietà di aprire un confronto per valutare gli effetti della vendita/passaggio di proprietà sui lavoratori coinvolti, sia sull'occupazione sia sulla tipologia del rapporto di lavoro. Chiamato in causa anche il Ministero, affinché avvii su questa vicenda un confronto specifico fra aziende e sindacati che deve avere come obiettivo la continuità ai rapporti di lavoro e il non peggioramento delle attuali condizioni economico-normative.