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Venerdì 16 giugno i lavoratori delle Fondazioni lirico-sinfoniche ne occuperanno simbolicamente i locali e consegneranno ai loro sovrintendenti un documento che esprime grande preoccupazione dei dipendenti rispetto al possibile mantenimento, all'interno della nuova legge per lo spettacolo dal vivo dei disposti dell'art. 24 della Legge 160/2016. Lo annuncia una nota unitaria delle segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal.
"In sostanza - scrivono i sindacati - pare che il legislatore voglia mantenere la possibilità che le Fondazioni liriche possano essere declassate a teatri di tradizione. Questi ultimi hanno il compito di "promuovere, agevolare e coordinare le attività musicali, in particolare liriche, nel territorio delle rispettive provincie. Un ruolo, sicuramente importante per la diffusione della cultura musicale, ma non comparabile con la produzione di spettacoli lirici, di rilevante entità, propria delle Fondazioni Liriche, che basano la propria offerta di qualità sul fatto che i lavoratori sono stabili. Sia gli artisti del coro e dell'orchestra che coloro preparano gli spettacoli. Questi ultimi esprimono un artigianato di altissimo livello, risultato di un sapere radicato e tipico del nostro Paese. La stabilità dell'orchestra e del coro rendono unico uno spettacolo, proprio per la qualità che possono esprimere artisti abituati a lavorare fianco a fianco".
"Le Fondazioni Liriche sono 14 e quindi non coprono l'intero territorio. Basti ricordare che in una regione grande come la Calabria non c'è una Fondazione Lirica, cosi come non ci sono in regioni non piccole come l'Abruzzo e la Basilicata". La crisi di questi teatri è nota, ribadiscono, "ma fino ad oggi, si è pensato di risanare i bilanci agendo unicamente sul taglio del costo del lavoro. Mettendo a repentaglio anche la qualità degli spettacoli".
Dalla stampa i sindacato hanno appreso della volontà di azzerare il debito delle Fondazioni Liriche: "Se questo avverrà sarà un primo passo importante - conclude la nota. Ma se non si decide di aumentare le risorse pubbliche, coordinare meglio gli stanziamenti nazionali con quelli locali e contemporaneamente non si attiva una forte ed efficace controllo del Ministero sulle gestione, anche questa è un'operazione inutile".