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“Le Fondazioni lirico sinfoniche stanno vivendo una situazione molto critica, il ministro Bonisoli ci incontri quanto prima”. A lanciare l'appello è la Slc Cgil nazionale, che oggi (lunedì 5 novembre) ha organizzato a Roma un presidio davanti al ministero dei Beni culturali. Obiettivo del sit-in, portare ai vertici del dicastero le istanze delle 14 Fondazioni che “non riescono ad abbattere il debito che hanno, pari a 400 milioni di euro, tanto che anche realtà un tempo solidissime, come Torino, oggi hanno grosse difficoltà”.
I delegati della Slc Cgil sono stati ricevuti da Ninni Cutaia, direttore generale per lo Spettacolo dal vivo, cui hanno raccontato il quadro “grave” delle Fondazioni, con il contratto firmato nel 2014 “ma non ancora validato dai ministeri competenti” e le leggi che “hanno eroso i salari e portato anche a una precarizzazione dei lavoratori”, al punto che oggi alcuni stanno a partita Iva. “In questi anni – precisa la Slc - abbiamo assistito a un lento declino del settore che inevitabilmente riduce la qualità, mentre questi teatri diventano luoghi per attività che nulla hanno a che fare con la lirica. Abbiamo contrastato una deriva determinata dall’impostazione che solo con la riduzione del costo del lavoro si possono salvare i bilanci. Questo ha comportato un’erosione dei salari, perdita di posti di lavoro e la quasi scomparsa dei corpi di ballo”.
“Questa è un’indecenza”, commenta la segretaria nazionale Slc Emanuela Bizi: “Il punto è implementare sicuramente i contributi del Fondo unico per lo spettacolo, perché, anche se sono aumentati di dieci milioni di euro, soltanto tre e mezzo vanno alle Fondazioni. Ma non bastano, sono pochi”. Il sindacato chiede anche che le Fondazioni tornino a essere enti lirici: “L'operazione che ha fatto l’ex ministro Veltroni nel 1996, trasformando gli enti lirici pubblici in Fondazioni di diritto privato, non ha funzionato. Il modello privato non funziona, i privati non investono”.
Trasformarle in enti pubblici per la Cgil vuol dire anche “uscire da una gestione fintamente autonoma, quella dei sovrintendenti, spesso poco chiara e con sprechi di risorse”. In attesa di un incontro con il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, (“incontro assicurato da Cutaia”, aggiunge il sindacato), la Slc ha convocato un coordinamento per decidere le “ulteriori iniziative di protesta”.