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Preoccupa ancora la vicenda della Fondazione Santa Lucia. I lavoratori della struttura, oggi (8 ottobre) in una partecipata assemblea di Cgil Cisl e Uil, hanno condiviso le persistenti criticità che tengono ancora in bilico il futuro del centro e i livelli occupazionali e salariali, minacciati da una parte dall’irrisolta questione dell’accreditamento e dall’altra dalla mai dipanata – e forse aggravata - crisi finanziaria.
“La Fondazione – dichiarano Natale di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - rimane l'unica struttura a non aver firmato l'accordo con la Regione Lazio e i contenziosi proseguono. La crisi non si é mai arrestata, ma il futuro della Fondazione sembra preoccupare solo noi. La professionalità degli operatori è messa a dura prova da una situazione di stallo che dura da anni. Dalla proprietà si continuano a paventare esuberi e riduzioni salariali, senza proporre alcun piano alternativo. Le istituzioni continuano a restare in silenzio”.
La struttura sanitaria privata, centro di eccellenza per la neuroriabilitazione e la ricerca che occupa circa 700 dipendenti e ogni anno assiste migliaia di pazienti, è l’unica del Lazio che opera dal 2014 senza aver sottoscritto il contratto con la Asl Roma 2, come prevede l’attuale disciplina in materia di accreditamento. Il contenzioso con la Regione sui pagamenti e la riconfigurazione della struttura prosegue e il mancato raggiungimento del budget assegnato comporta un’inevitabile protrarsi dell’instabilità finanziaria.
“È una situazione critica, sul punto di precipitare da un momento all’altro. La mobilitazione è aperta da anni, ma né gli scioperi, né le assemblee né gli incontri con proprietà e Regione hanno portato a una soluzione chiara e condivisa. I lavoratori non possono continuare ad operare nell’incertezza, sono gli unici a preoccuparsi di mantenere elevati gli standard di qualità dell’assistenza erogata, ma è evidente che così non si può andare avanti”.
“Il caso del Santa Lucia è emblematico per tutta la sanità privata del Lazio e per il sistema di accreditamento delle strutture sanitarie private in tutta Italia: centri di eccellenza strozzati da regole da rivedere e poca trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche, professionalità sacrificate, crisi paventate come armi di ricatto. L’annosa questione della Fondazione deve essere risolta, la proprietà si renda disponibile a condividere un piano di risanamento e la Regione faccia la sua parte, altrimenti alzeremo ancora una volta il livello della protesta, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei cittadini coinvolti”.