“I dati sul lavoro in Capitana relativi al mese di maggio e diffusi dal centro per l'impiego non fanno che confermare l'improduttività delle norme sul mercato del lavoro italiano e del jobs act. Non migliora la situazione oramai stagnante della disoccupazione e l’aumento delle assunzioni sono legate alla stagionalità e comunque riguardano profili scarsamente qualificati e contratti quasi esclusivamente a termine. Non è con queste caratteristiche che si delinea un futuro di sviluppo e ripresa economica e sociale soprattutto nei territori del Mezzogiorno”. E’ il commento della segreteria provinciale della Cgil di Foggia ai numeri sull’occupazione elaborato dall’ufficio della Provincia.
Disoccupazione al 55%, giovani e donne i piu colpiti. Al 31 maggio scorso, dei 299.146 lavoratori iscritti solo il 44% è occupato, il 31% disoccupato, il 14% inoccupato e l’11% occupato ma in cerca di lavoro.
Le persone che sono immediatamente disponibili al lavoro, cioè che hanno presentato la Did (dichiarazione di immediata disponibilità), sono complessivamente 163.583 di cui 90.587 disoccupati (55%), 40.898 inoccupati (24%) e 32.098 occupati in cerca di lavoro (20%).
Di questi il 52,5% è donna mentre 38.632, pari ad una percentuale del 24%, sono i giovani di 15-29 anni.
Nel mese di maggio 2015 sono stati attivati, da parte di aziende con sede in provincia di Foggia, 14.661 rapporti di lavoro e ne sono cessati 12.022. A maggio 2014 i rapporti attivati erano 14.308, quelli cessati 12.271. Le donne interessate dalle assunzioni sono il 33% contro il 67% riferito agli uomini. Le assunzioni avvengono in agricoltura (51,5%), nei servizi (37,5%), nelle costruzioni (6,5%), nell’industria (5%). Il 59% dei rapporti attivati riguarda lavoratori privi di qualifica e solo il 5% è laureato. Il contratto a termine è ancora di gran lunga il più utilizzato (84% delle attivazioni) e le trasformazioni da tempo determinato ad indeterminato, comprese le trasformazioni degli apprendisti, sono state solo 169 in tutto il 2015.
In questo scenario non nuovo “fatto di disoccupazione diffusa che spessa cela lavoro nero e grigio, con risorse sottratte alla collettività in termini di evasione fiscale e contributiva, con un sistema imprenditoriale che non investe in innovazione e professionalità, con in più la pesante tara di una sempre preoccupante presenza criminale che inquina economia e in alcune zone l’agire amministrativo, sarà difficile nell’immediato provare a invertire il segno negativo della pesante crisi che sta impoverendo le famiglie, con drammatiche ricadute sui consumi e sulla percezione di sicurezza sociale”.
In questo scenario, “la politica, le istituzioni, devono svolgere il loro compito. I 6 miliardi di euro disponibili e non spesi per infrastrutture in questa provincia gridano vendetta, perché creerebbero lavoro e doterebbero questa provincia di servizi al servizio di imprese e cittadini. Pensiamo ai trasporti, al rischio idrogeologico”. Così come, denuncia la Cgil, “è clamorosa la mancata risposta di tanti Comuni rispetto alle opportunità derivanti dai cantieri di cittadinanza, finanziari dalla Regione, che avrebbero dato un po’ di lavoro a disoccupati e cassintegrati, e che occorreva e occorre concentrare su lavoro di pubblica utilità”. Oltre alle risorse disponibili e da impiegare subito, “questa provincia deve poi decidere una volta per tutte che solo investendo su un’idea forte di territorio, legando agroalimentare di qualità, accoglienza, turismo, beni ambientali e culturali, può valorizzare peculiarità e risorse tali da generare meccanismi virtuosi per l’attrazione di nuovi investimenti. Ma il segnale deve partire da qui, da istituzioni, imprese, parti sociali di questa provincia, che assieme possono rivendicare attenzione e interventi ai tavoli regionali e nazionali”.
Foggia: Cgil, in Capitanata il 45% è senza lavoro
28 luglio 2015 • 00:00