La vertenza di Floramiata Servizi, giunta al tragico epilogo con la dichiarazione di fallimento del Tribunale di Siena, ha già avuto un primo effetto con la sospensione di circa 100 dipendenti fissi, la maggioranza dei quali senza reddito perché privi di ammortizzatori sociali. A questo si deve aggiungere, al momento poco evidenziata, la condizione delle 60 lavoratrici a tempo determinato che non hanno nessun legame giuridico con l'Azienda.
"Si chiude così la più grande azienda florovivaistica italiana a causa di una dissennata gestione imprenditoriale – afferma in una nota stampa la Cgil di Siena e della zona Amiata – , ma anche per una sottovalutazione della condizione in cui versava l’impresa e, per questo, è una dura sconfitta per tutto il territorio amiatino. Tuttavia questo è il momento di un grande senso di responsabilità collettiva evitando di esternare ingannevoli promesse di rioccupazione basate sul nulla, come purtroppo abbiamo visto in questi giorni nella stampa locale".
"Bisogna prendere atto che Floramiata Servizi è fallita e che un nuovo futuro produttivo per l'azienda non è né certo né scontato. Per questa ragione, a partire dalle istituzioni locali, tutti i soggetti coinvolti devono contribuire al fine di creare le condizioni per un reinsediamento imprenditoriale di prospettiva che si ponga come obiettivo il recupero dei posti di lavoro ad oggi perduti. Per questo non possiamo illuderci né illudere nessuno con false promesse: prendiamo atto che ci aspetta un periodo problematico che dovremmo affrontare con determinazione e responsabilità. Facciamo appello alle istituzioni e agli enti coinvolti nel consentire un primo urgentissimo approdo di questa vicenda: trovare risorse per forme di sostegno al reddito così da evitare che la perdita dei posti di lavoro si trasformi in vero dramma sociale per molte famiglie e in perdita delle professionalità del territorio".