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Di fronte al problema del Covid-19 e della sua diffusione, le scuole, le università e le istituzioni Afam hanno bisogno di indicazioni chiare per affrontare un problema nazionale che non si esaurirà in pochi giorni. La Flc Cgil, nell'incontro di oggi (26 febbraio) ha chiesto alla ministra Azzolina linee-guida nazionali per orientare studenti, famiglie e tutto il personale della scuola, sollecitando comportamenti omogenei, coerenti e soprattutto efficaci.
“Intravvediamo il rischio di una paralisi, in assenza di una gestione nazionale strategica”, ha detto il segretario generale Francesco Sinopoli. “Le Regioni hanno proceduto in ordine sparso, ma quando sono in gioco i diritti costituzionali delle persone, l'intervento dello Stato è insostituibile”. Inoltre, “con la revoca dello sciopero – ha ribadito Sinopoli – abbiamo fatto una scelta di responsabilità determinata anche da ragioni oggettive. Tuttavia, restano valide tutte le nostre rivendicazioni. Per questo abbiamo chiesto alla ministra di dimostrare altrettanta responsabilità verso migliaia di lavoratori precari, accogliendo le richieste del sindacato sui concorsi e avviando subito il confronto sui Pas”.
Il sindacalista si è poi augurato “l'immediata riapertura delle scuole, laddove non si ravvisi un'emergenza che giustifichi una misura così drastica, così come auspichiamo trasparenza e il costante coinvolgimento del sindacato su tutte le misure concernenti la prestazione lavorativa e l'esigibilità degli istituti contrattuali”. Il diritto alla salute e il diritto all'istruzione “devono trovare un saggio punto di equilibrio, ed è questo che la ministra deve fare”.
Il segretario generale della Flc Cgil sottolinea che “su didattica a distanza e lavoro agile le buone intenzioni non bastano. Occorre invece intervenire nel concreto con linee-guida nazionali, affinché le istituzioni sappiano come operare, fermo restando che per ogni aspetto relativo alla didattica le decisioni avvengono con l'unica modalità prevista, che è quella della delibera degli organi collegiali”.
Infine, per Sinopoli, “questa soluzione non può diventare sostitutiva della funzione della scuola, né tanto meno rappresentare un'occasione di business da far gravare sulle spalle di famiglie e studenti. Ora ci aspettiamo dalla ministra un'analoga risposta di responsabilità e consapevolezza circa le azioni da mettere in atto per garantire l'equilibrio tra il diritto all'istruzione e il diritto alla salute di milioni di studenti”.