Appena sottoscritto il contratto integrativo regionale su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, l’attenzione si è concentrata su una novità introdotta quest’anno in Sicilia, ma già presente in altre regioni, finalizzata a "contenere gli effetti nefasti delle contorte modalità di assunzione introdotte dalla cattiva legge 107". Lo afferma, in una nota, la Flc Cgil Sicilia.
Di fatto, spiega il sindacato, "si consente ai docenti titolari di ruolo al nord Italia di occupare i posti di sostegno lasciati liberi dai supplenti specializzati". In Sicilia sono presenti nelle graduatorie provinciali e di istituto 2.076 insegnanti di sostegno precari e 4.606 cattedre di sostegno. Le circa 2.500 cattedre in più sarebbero state assegnate a supplenti sprovvisti del titolo di specializzazione, mentre, da quest’anno anche in Sicilia, verranno assegnate a docenti che seppur privi di specializzazione, sono stati immessi in ruolo e risultano vincitori di almeno un concorso.
Graziamaria Pistorino, segretario generale della Flc siciliana, sottolinea: “Pochi hanno rilevato che, ad esempio, in questo contratto regionale è presente una regolamentazione chiara del nuovo istituto dello Scambio di posto tra docenti, che ha dato regole certe ad una possibile deriva che già trova sui social spazio per accordi personali o addirittura per autentico mercimonio! Ancora una volta, il contratto regionale, così come è avvenuto a livello nazionale, prova a tappare le falle di una legge sulla scuola, molto brutta, che produce iniquità e storture… ma si tratta di una missione impossibile!”. Di seguito la nostra analisi:
Perché i docenti titolari di un posto comune non possono tornare a insegnare in Sicilia? I 4.606 posti di sostegno ci sono perché il governo è obbligato a rispettare la sentenza della Corte Costituzionale, che impone di garantire le disabilità gravi, mentre per le altre discipline nessuno ha rilevato che l’organico di fatto del 2016/17 è stato ridotto in Sicilia di 100 posti (di 1.192 in tutto il paese) rispetto allo scorso anno scolastico.
Come sono assegnate le cattedre? Seguendo il fabbisogno delle scuole o attribuendo posti a caso sotto la generica definizione di potenziamento? Come è possibile che il tempo pieno in Sicilia riguardi solo l’8% della scuola primaria?, si chiede il sindacato.
"Dati non certamente parametrabili con il 40% dell’Emilia Romagna o con il 48% della Lombardia, e con le punte massime del 91% di Milano e dell’85% di Monza. Si tratta di cifre che, collegate a quanto ribadiamo da anni come FLC CGIL Sicilia, ci consegnano lo spaccato di una condizione allarmante per il diritto allo studio dei ragazzi e per la condizione generale della scuola siciliana".
"D’altronde come potrebbe funzionare il tempo pieno senza i collaboratori scolastici? Di fronte alla complessiva richiesta di 1.069 unità di personale ATA, il MIUR ha assegnato alla nostra regione solo 403 posti! Ed ancora, come si può attivare il tempo pieno se i Comuni siciliani non forniscono servizio mensa e trasporti?"
La sindacalista conclude: “Come il governo e il Ministro dell’Istruzione intendono dare risposte alla scuola siciliana? Ancora con provvedimenti tampone come per i posti in deroga sul sostegno? Oppure c’è la volontà politica di dare stabilità e opportuna dotazione agli organici? Si intende guardare e vedere ciò che accade nella realtà? In occasione del previsto incontro tra le organizzazioni regionali e il sottosegretario Faraone, la Flc Cgil ribadirà quanto ripete da anni: è necessario guardare alle necessità della scuola, assegnare la dotazione del tempo pieno (Ata e docenti) e dare stabilità per i posti di sostegno. Non è possibile inseguire le emergenze e tappare le falle di una legge completamente sbagliata, ma bisogna rivedere in maniera organica le condizioni della scuola siciliana, la Flc Cgil è pronta al confronto con proposte concrete e strutturate”.