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Come è possibile che un così alto numero di candidati – che pure hanno titoli e tanta esperienza in classe – non stia superando le prove del concorso a cattedre per insegnanti bandito nei mesi scorsi? Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil, scrive una dura lettera al ministro Giannini per chiedere un intervento urgente sulla questione. “Il numero delle bocciature alle prove scritte sta diventando talmente inquietante da occupare pagine intere di giornali nazionali – si legge nella lettera –: è possibile che non superi gli scritti un alto numero di docenti laureati con titoli universitari aggiuntivi, che hanno frequentato le scuole di abilitazione spesso nelle università in cui si sono laureati, che si sono specializzati nel sostegno, con anni di servizio alle spalle”?
Pantaleo stigmatizza il fatto che, nonostante i numerosi incontri chiesti al ministero sui meccanismi concorsuali, “non c’è stata alcuna volontà di ascolto. Il confronto coi sindacati avrebbe contribuito ad affrontare il tema della stabilizzazione nel suo insieme, a considerare le ricadute che il bando avrebbe determinato, in un’ottica di rispetto dei diritti maturati, anche attraverso la sola abilitazione. Soprattutto si sarebbe avviata una riflessione sul reale stato degli organici delle scuole, ancora sottodimensionati, allo scopo di favorire un piano pluriennale di stabilizzazioni, al di là dei posti messi a concorso”.
La Flc Cgil denuncia il clima di approssimazione: “Commissioni inesistenti o messe in piedi all’ultimo momento, ritardi nella compilazione delle griglie di valutazione degli elaborati, prove non sempre coerenti con i programmi”. Come se non bastasse, “il compenso previsto per le commissioni si è rivelato talmente ridicolo e irrispettoso, 50 centesimi ad elaborato, che lo stesso Governo ha dovuto decretare un parziale aumento che ad oggi non è ancora esigibile.
Da qui le numerose defezioni dal ruolo di commissario con conseguente correzione degli elaborati da parte di commissari diversi, con una diversa impostazione. E tuttavia, ciò non è bastato per avere il numero necessario di commissari. Tutto ciò ha condotto alla boutade dei commissari scelti in base a comprovate esperienze. Insomma, pare che la filosofia prevalente dinanzi a questo scenario, per il Miur, sia che in fondo chiunque potrebbe correggere i compiti, chiunque potrebbe interrogare, pur di chiudere le procedure del concorso. È questo il rispetto per la scuola pubblica”?
Di qui le domande rivolta da Pantaleo al ministro: “È possibile che la fretta di voler licenziare il bando, abbia prodotto una confusione tale da impedire alle commissioni di poter lavorare con la dovuta competenza”? E, ancora, “è possibile che le prove non siano state congruenti con i titoli di studio”? O, anche, che “il piano nazionale delle assunzioni previsto dalla legge 107 abbia creato una implosione tale negli organici da essere obbligati a bloccare almeno una parte delle circa 63 mila assunzioni previste dal bando”?
Per il segretario generale della Flc Cgil, il ministro non può tacere su questi aspetti così importanti e invita Giannini “a intervenire per tutelare la dignità della scuola pubblica, sostenendo e difendendo la dignità e il futuro lavorativo di quanti hanno scelto di abilitarsi per insegnare nella scuola pubblica”. Per tanto, il ministro “faccia in modo che vengano convocati i tavoli che abbiamo richiesto al Ministero, si appresti a varare un piano di assunzioni pluriennale per ridare a questo concorso la dignità che richiede e nello stesso tempo la speranza di un futuro lavorativo a chi nella scuola da anni lavora con competenza”.
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