Si apprende da un comunicato stampa del Miur che con il “decreto dignità” approvato ieri dal Consiglio dei ministri “viene esteso al caso dei diplomati magistrali quanto già previsto dal decreto legge 669/1996, che concede alle amministrazioni dello Stato di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo”. Se così fosse, "gli effetti delle sentenze di merito che riguardano i diplomati magistrali subirebbero uno slittamento di quattro mesi ma la conseguenza, ovvero la perdita di lavoro per migliaia di docenti entro la fine del 2018, rimarrebbe immutata". Lo afferma la Flc Cgil, in una nota.
In particolare, la soluzione adottata "risulterebbe poco dignitosa per i tanti docenti che aspettavano una risposta definitiva dal nuovo governo e sarebbe profondamente inadeguata al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, poiché i diplomati magistrali rimarrebbero in servizio per un breve periodo con l’angoscia di essere licenziati di lì a poco".
"Erano altre le risposte necessarie - secondok il sindacato -, ovvero un provvedimento che effettivamente mettesse in sicurezza l’anno scolastico e l’avvio di un percorso di stabilizzazione in grado di coinvolgere tutti gli abilitati e di dare una certezza occupazionale al personale coinvolto. Ma il governo ha deciso di non decidere, con gravi ripercussioni per le scuole e per gli interessati".
La Flc Cgil chiede al ministro "di intervenire in maniera risolutiva e positiva al fine di dare serenità agli interessati e consentire che l’anno scolastico si avvii in un clima di tranquillità e fiducia per le scuole".
Flc: diplomati magistrati, il governo non risolve il problema
3 luglio 2018 • 16:12