"In agricoltura, con un contratto nazionale appena rinnovato, non riusciamo a capire come mai si debba aprire una discussione su aspetti che già le parti hanno superato". A dirlo sono Flai Cgil Como, Fai Cisl dei Laghi e Uila Uil Como, commentando la possibile reintroduzione dei voucher: "Basterebbe applicare i contratti collettivi nazionali che, nel settore agricolo, prevedono il lavoro stagionale con la possibilità della chiamata giornaliera dell'operaio agricolo a tempo determinato (il cosiddetto avventizio), con applicazione della retribuzione prevista dal contratto nazionale e dal contratto provinciale di riferimento (per Como e Lecco il valore orario lordo è di 10,18 euro)". I sindacati rimarcano che il contratto di lavoro "si conclude consegnando semplicemente al lavoratore la comunicazione unica obbligatoria prevista dalla legge, contenente alcune informazioni essenziali: i dati dell'azienda, del lavoratore, delle giornate previste e non garantite di lavoro. L'assunzione di lavoratori agricoli avventizi, inoltre, consente ai medesimi di attivare l'ammortizzatore sociale che dà il diritto all'indennità di disoccupazione agricola".
Nel settore agricolo a Como "le aziende, essendo collocate in un'area pedemontana considerata svantaggiata, hanno sgravi contributivi tra il 30 e il 70 per cento". Flai, Fai e Uila concludono spiegando che "in agricoltura la reintroduzione dei voucher sarebbe esclusivamente un ulteriore risparmio sul costo del lavoro per le imprese, ma per i lavoratori un notevole aumento della precarietà e sfruttamento, oltre a un aumento dei rischi per la salute e la sicurezza e una perdita di garanzie previdenziali e assistenziali. La strada da percorrere è dare valore e vera dignità al lavoro con la piena applicazione dei contratti".