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“Contrattare per rappresentare. Far crescere il lavoro con i diritti per tutti”. È il titolo scelto dalla Flai per l’assemblea dei delegati e delegate dell’industria alimentare e della cooperazione alimentare – oltre mille addetti tra Rsu, Rsa, Rls provenienti da tutte le regioni d’Italia –, che si terrà oggi (9 settembre) a Roma presso il Teatro Brancaccio. Ne parliamo con Stefania Crogi, segretaria generale della federazione di categoria della Cgil.
Rassegna Crogi, perché questa grande iniziativa?
Crogi Intendiamo, e già da tempo lavoriamo in tal senso, affrontare la sfida che ci è stata consegnata dall’accordo sulla rappresentanza: radicamento sui territori e forte impegno nell’elezione delle Rsu ci hanno caratterizzato in questi mesi con l’obiettivo di dimostrare che noi siamo quelli di cui, in termini di rappresentanza, non si può fare a meno nei tavoli di rinnovo. L’attivo di oggi è il proseguo naturale di questo nostro lavoro, nasce dal volerci misurare. Nella fase di preparazione di questo appuntamento eravamo partiti con l’organizzare un piccolo attivo, oggi siamo giunti a una assise di circa mille delegati e delegate dell’industria che sarà chiuso da Susanna Camusso. Ai delegati vogliamo assegnare il compito di far vivere all’interno dei luoghi di lavoro cosa significhi contrattare e cosa significhi difendere e rafforzare tutto ciò che contiene e rappresenta il contratto nazionale di lavoro. Come recita il nostro manifesto, vogliamo “Contrattare per rappresentare. Far crescere il lavoro con i diritti di tutti”.
Rassegna La data del 9 ci porta immediatamente a quella del 14 settembre, quando è prevista l’apertura del tavolo per il contratto dell’industria alimentare: cosa ti aspetti e come la Flai si sta preparando?
Crogi In primo luogo voglio sottolineare come si sia rivelata vincente la decisione assunta dal direttivo della Cgil di dare priorità alla preparazione delle piattaforme, all’invio delle stesse e all’avvio dei tavoli, rimandando a un secondo momento l’approccio al nuovo modello contrattuale. Siamo convinti che non si possa bloccare il percorso dei rinnovi, come vorrebbe Confindustria, visto che è scaduto l’accordo separato del 2009, che definiva gli incrementi salariali in base all’Ipca. Confindustria vorrebbe arrivare a una fase di stallo, proponendo un accordo ponte con una moratoria contrattuale; noi vogliamo negoziare e contrattare. Allora, mi aspetto di poter negoziare, sapendo che questi saranno i rinnovi più difficili per tutti, poiché siamo davanti a una Confindustria che – come dicevo – non vuol contrattare e a un governo che minaccia di legiferare. Penso a un salario minimo al di sotto dei minimi contrattuali, con danno dei lavoratori ed esautorando il sindacato dal suo ruolo. L’obiettivo è rinnovare il contratto e far svolgere in pieno quello che sarà il ruolo della delegazione trattante e delle Rsu all’interno di ogni sito produttivo. Per questo abbiamo convocato tutti a Roma
Rassegna A settembre si apre una nuova stagione fatta di impegni e lavoro, ma è anche il momento per un bilancio su quanto è stato fatto. Per una categoria come la Flai i mesi estivi, con le stagioni di raccolta, le campagne del pomodoro e delle angurie, rappresentano un momento “caldo” di attività...
Crogi Quelli che ci stiamo lasciando alle spalle sono stati mesi intensi, per molti aspetti entusiasmanti, caratterizzati tra l’altro dal lavoro unitario che ci ha portato a chiudere le piattaforme per i rinnovi del contratti nazionali del settore alimentare, ma anche della panificazione. Oltre a tutto ciò, ci siamo dedicati a chiudere tutta la contrattazione di secondo livello – il 7 luglio abbiamo sottoscritto l’ultimo integrativo – e i risultati sono stati buoni, nonostante la crisi e nonostante alcuni iniziali tentennamenti di altre organizzazioni sindacali nel voler intraprendere questa avventura. Negli integrativi, la tanto decantata produttività, invocata da Confindustria e governo, è stata per noi occasione di contrattazione, abbiamo negoziato premi utilizzando tutte le normative a disposizione sull’organizzazione del lavoro. Questo lavoro e i risultati ottenuti ci hanno permesso di porre le basi per il percorso di rinnovo del contratto del settore alimentare. Questo impegno non ci ha fatto abbassare la guardia sul fenomeno del sommerso, del caporalato, dello sfruttamento nei campi, dove siamo presenti con le nostre denunce. E, a questo proposito, a circa un mese di distanza voglio ricordare Mohamed e gli altri braccianti morti nelle campagne per la fatica, sotto il sole a 42 gradi. Morti perché non potevano alzare la testa per chiedere aiuto, non potevano far valere i propri diritti, non potevano pretendere un lavoro giusto e sicuro e non erano nella condizione di avere i soccorsi adeguati in tempi rapidi. Una ferita aperta per noi, che continueremo la nostra battaglia per un lavoro sicuro e dignitoso.
Rassegna L’Italia è ancora nella morsa della crisi, cosa sta facendo il governo per far risollevae il paese? Le misure in campo in che direzione vanno?
Crogi La morsa della crisi c’è ancora, nel nostro settore siamo di fronte a un recupero dei consumi alimentari, ma che la crisi sia ancora qui ce lo dicono i dati della disoccupazione, le aziende che chiudono e ristrutturano, ce lo dice il fatto il governo non sta mettendo mano a una vera e propria politica industriale. Anzi, questi termini non mi sembra che compaiano nell’agenda del governo. Politica industriale significa sostenere gli investimenti, svolgere il proprio ruolo e non può significare tagliare sul costo del lavoro, precarizzare sempre di più l’occupazione, licenziare più facilmente, demansionare. E aggiungo che per uscire dalla crisi non si può seguitare a ignorare la realtà del Mezzogiorno, anche questa completamente scomparsa dall’agenda di programmazione politica del governo. Se non si riparte dal Mezzogiorno, facendolo diventare volano per la ripresa del paese, questa crisi non passerà. Partire dal Mezzogiorno significa parlare di infrastrutture, trasporti, sviluppo industriale, ma significa anche partire dalla lotta contro la criminalità, l’illegalità, la contraffazione. Se non si affronta, aggredendolo il tema del sommerso, sarà difficile andare avanti e anche in questo caso la politica è latitante.
Rassegna Rimanendo ancora all’attività del governo: cosa ne pensi dell’annunciata riforma fiscale?
Crogi In prima battuta mi lasciano perplessi i tempi e i modi: Renzi ha parlato di tasse in un momento in cui i sondaggi lo davano in calo di popolarità, lo ha fatto usando anche termini già ascoltati in passato da altri premier, ma oltre a questo vado al merito. Abbassare le tasse a chi? Secondo noi agire sulla tassazione significa agire in un’ottica di giustizia e redistribuzione e, già qui, se penso che sui pensionati si interverrà solo nel 2018 ho qualche preoccupazione. Ma non solo, a quando una tassa sui grandi patrimoni? In Italia di sicuro a pagare le tasse sono i lavoratori dipendenti e i pensionati. Ma quando vedremo una seria e intransigente lotta all’evasione fiscale, all’economia sommersa, all’illegalità che mangia le risorse di tutti?
Rassegna Prima hai ricordato Mohamed, ma in questi mesi tante sono state le morti di migranti nel nostro mare e tante le storie di ingiustizie che si consumano per chi, fuggendo da guerre, fame e persecuzioni, cerca un lavoro nel nostro paese.
Crogi I lavoratori migranti sono un bene prezioso per il paese, abbiamo bisogno di loro e loro hanno bisogno di poter sperare in un lavoro dignitoso, giusto, regolare. Per fare questo bisogna fare l’inverso di quanto sta facendo il governo e abbiamo bisogno di un’Europa che non edifichi nuovi muri, o si misuri con cacce agli immigrati che cercano di passare il Brennero. Servirebbe un nuovo ruolo attivo dell’Europa, l’istituzione di corridoi umanitari, la capacità di ognuno di farsi carico dell’accoglienza. Assieme a questo, è necessario – lo ripetiamo da tempo – cercare nei paesi di origine condizioni più vivibili, progetti di aiuto in loco che farebbero risparmiare denaro, ma soprattutto vite umane. Ma tornando all’impegno della Flai, voglio ribadire come sia necessario proseguire con la nostra azione del “sindacato di strada”, che ci consente di contattare direttamente i lavoratori agricoli e, tra loro, gli stranieri soggetti a maggiori vulnerabilità e ricatti. Soprattutto è necessario che – come abbiamo proposto in ogni sede, ottenendo anche qualche passo in avanti – in agricoltura ci siano regole per un incontro tra domanda e offerta di lavoro in modo trasparente, legale e veloce: solo così possiamo sconfiggere il caporalato e quindi lo sfruttamento e il sottosalario.
Rassegna Quali sono le sfide dell’autunno?
Crogi Ricordo che la Cgil ha un appuntamento importante: la Conferenza di organizzazione, che si svolgerà tra pochi giorni. È un’occasione che non possiamo perdere e che dovrà servire a ridisegnarci, riorganizzarci in modo tale da essere più presenti sul territorio, rendendo le strutture compatibili dal punto di vista delle risorse economiche, del programma politico e dell’organigramma. Dobbiamo investire per stare più a contatto con i cittadini e i lavoratori.