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Evitato il rischio del 'fiscal Cliff' gli Stati Uniti si avviano ad uscire dalla recessione, anche grazie alla politica espansionista della Fed, che punta a far scendere il tasso di disoccupazione sotto il 6,5%. In Europa, invece, il 2013 non si annuncia particolarmente roseo. “Sarà un anno piatto”, spiega alla Adnkronos Jean-Paul Fitoussi, presidente emerito dell'Istituto di Studi Politici di Parigi e professore alla Luiss di Roma. Secondo le previsioni, rileva l'economista, “si dovrebbe infatti registrare un pil in calo dello 0,5%” quest'anno. E la ripresa non sembra dietro l'angolo.
E la differenza tra nuovo e vecchio continente sta tutta nelle politiche diverse che vengono adottate. “Non vediamo come si possa arrivare ad una ripresa se continuiamo con delle politiche di austerity”, spiega Fitoussi. Ogni volta che potremmo imboccare la strada della ripresa, sottolinea l'economista francese, “si prendono delle misure che aumentano l'austerity, si aumentano le tasse. In Europa non accadrà nessun miracolo se ci sono tagli per decine di miliardi come accade in paesi come la Francia o l'Italia”.
E queste politiche di austerity che vengono adottate in molti paesi europei allontanano la ripresa “soprattutto perché tutti i paesi le fanno contemporaneamente”. Per Fitoussi, insomma, “servirebbe una decisione a livello europeo” per coordinare le politiche economiche. Ma la nascita di un ministro dell'economia europeo come suggerito da più parti “non cambierebbe le cose”: “in Europa si creano molti presidenti (presidente del Consiglio europeo, dell'Eurogruppo) ma le cose non cambiano. Più che un ministro, ci vuole una politica federale”.