“Una conferma di ciò che sosteniamo da tempo, ovvero che l’Italia detiene il primato della pressione fiscale sul lavoro e che una riforma all’insegna di un fisco più giusto e più equo non è più rinviabile. Governo non tergiversi: giù le tasse sul lavoro”. Così il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, sui dati diffusi oggi dall’Istat relativi alla distribuzione del carico fiscale e contributivo in Italia. Il sindacalista sollecita un “patto fiscale tra gli onesti a partire dalla lotta all’evasione” e sottolinea come “qualsiasi progetto di federalismo fiscale non potrà che essere all’insegna di un fisco giusto e per l’unità del paese”.

“Il carico fiscale
nel corso dei passati dieci anni - rileva ancora il dirigente sindacale - è stato sopportato quasi esclusivamente dal lavoro dipendente e dalle pensioni che hanno fatto registrare un incremento delle loro entrate pari al 5,5 per cento, rispetto a tutti gli altri redditi che registrano un calo di oltre il 14 per cento. A tutto ciò si deve poi aggiungere un ulteriore beffa ai danni dei lavoratori dipendenti e dei pensionati rappresentata dalla mancata restituzione del cosiddetto fiscal drag che dal 2002 al 2009 ha prodotto una perdita salariale complessiva dovuta all’aumento delle tasse sul lavoro pari a 1.841 euro”.

Per tutte queste ragioni le proposte della Cgil di riforma fiscale all’insegna di un ‘fisco giusto’ hanno bisogno per Megale “di risposte immediate, e non nell’arco della legislatura, con un bonus di circa 500 euro da erogare adesso e poi strutturalmente con 100 euro medi mensili di riduzione del prelievo fiscale da realizzare nei prossimi 3 anni, insieme alla riduzione della prima aliquota Irpef dal 23 al 20 per cento. Misure che - conclude Megale - devono essere supportate da una vera la lotta all'evasione fiscale e dallo spostamento della tassazione sulle grandi ricchezze e sulle rendite finanziarie”.