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Contrastare la disuguaglianza crescente e l’impoverimento di fasce sempre più ampie della popolazione attraverso un riequilibrio del sistema fiscale locale, troppo poco progressivo e quindi fortemente ingiusto. È la nuova proposta lanciata dalla Cgil regionale, insieme alle Camere del Lavoro di Perugia e Terni, attraverso una petizione popolare che da questa settimana comincerà il suo viaggio nelle piazze e nei luoghi di lavoro della regione.
“Per la tutela dei redditi medio bassi e per il rilancio dei consumi”: questo il titolo dell’iniziativa del sindacato che si rivolge prima di tutto alla Regione Umbria, chiamata, insieme ai Comuni, ad intervenire sulle aliquote della tassazione locale, a partire dall’addizionale irpef regionale, che ha un gettito di circa 180 milioni di euro annui (ma con le addizionali comunali si arriva a 300 milioni).
“Pensiamo che le attuali aliquote per scaglione - 1,23% per i redditi più bassi, sotto i 15mila euro, e solo 1,83% per quelli più alti, sopra i 75mila euro - siano assolutamente inique”, spiegano dal sindacato. “E lo stesso discorso vale per la stragrande maggioranza dei Comuni della regione, dove l’addizionale irpef è uguale per tutti i cittadini, siano essi milionari oppure al limite della soglia di povertà”. Una situazione che la Cgil considera “estremamente ingiusta”, tanto più in questa fase di crisi nella quale le disuguaglianze si sono amplificate enormemente. Da qui la scelta di lanciare questa campagna sul riequilibrio fiscale per “far pagare di più a chi ha di più e tutelare così i redditi medio-bassi”.
Ma la proposta Cgil prevede anche altre azioni in grado di spostare risorse "dall'alto al basso": una di queste è un "rapporto nuovo" con le fondazioni bancarie, per far sì che "risorse rilevanti vengano indirizzate verso la coesione sociale". L'altra, è un utilizzo finalizzato al contrasto della povertà dei fondi strutturali europei a disposizione della Regione Umbria. Infine, la Cgil propone nuovi prelievi sulle concessioni (cave, acque minerali, etc.) e attraverso l'Irap. Un "pacchetto" di risorse che il sindacato chiede di incanalare la costituzione di un fondo regionale che redistribuisca risorse verso le fasce sociali medio-basse e rilanci i consumi stagnanti.