"La bontà della riforma del credito cooperativo, approvata definitivamente ieri, potrà essere immediatamente verificata in base alla sua capacità di risolvere la delicata questione di Crediveneto. La Bcc veneta ha sede a Montagnana, occupa attualmente 199 dipendenti e opera in 27 filiali nelle province di Padova, Verona, Vicenza e Mantova. Nella procedura sindacale, tuttora in corso, sono stati dichiarati 80 esuberi dall’azienda (pari al 40% degli addetti). Tutelare il patrimonio delle Bcc e salvaguardare i risparmiatori sono gli obiettivi dichiarati della riforma, ma se per farlo si perdono posti di lavoro, si tradisce lo spirito del movimento cooperativo. La Carta dei valori del credito cooperativo, infatti, parla di promozione dello sviluppo locale, contribuendo al benessere della comunità locale, al suo sviluppo economico, sociale e culturale. Facciamo presente che anche i dipendenti di Crediveneto fanno parte di tale comunità locale, sono tutti clienti, e molti di loro sono anche soci della Bcc". Così le segreterie e i coordinamenti delle Bcc del Veneto Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Sincra Ugl Credito, Uilca.
"La delicata situazione non toccherà i risparmiatori clienti, che sono già adeguatamente tutelati dagli strumenti già presenti nel sistema del credito e anche del credito cooperativo. Ci aspettiamo che nel proseguo della trattativa, che continuerà nelle prossime settimane a Roma con un tavolo nazionale, vengano trovate soluzioni per tutti i lavoratori coinvolti, nella riorganizzazione di Crediveneto, come in quella di altre eventuali Bcc, che potranno trovarsi in situazioni critiche. Come organizzazioni sindacali, faremo tutto il possibile affinchè il prezzo di questa crisi non ricada sulla testa dei dipendenti. Non possiamo accettare che a pagare il conto delle inefficienze della governance della banca e del sistema cooperativo siano i lavoratori!", concludono le sigle regionali di categoria.