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“No al Polo Veneto, due difficoltà insieme non fanno un valore aggiunto”. È quanto afferma il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, a proposito di un eventuale fusione tra Banca Popolare Vicentina e Veneto Banca, precisando che, “pur vedendo su entrambe il ruolo dominante del Fondo Atlante, ribadisco per l’ennesima volta che non c’è nessun polo veneto da realizzare”.
Per il dirigente sindacale, “il nostro no a un'eventuale ipotesi di fusione tra le due realtà è netto oggi, cosi come lo era quando a proporlo fu il presidente della Regione Veneto Zaia, in quanto la somma di due banche in difficoltà non produce alcun valore aggiunto e nessuna opportunità, ma solo danni. Infatti, rischia di provocare un impatto negativo e non gestibile, non solo nel rapporto con il territorio, ma anche sull’occupazione, sia per quanto riguarda le filiali che per le sedi centrali”.
Secondo il leader della categoria del credito Cgil, “il lavoro dei bancari va rispettato e tutelato, poiché si opera al servizio dei clienti e del Paese. Nessuno può permettersi l’errore, come ha fatto il premier Renzi a Cernobbio, di lanciare formalmente la riduzione del numero dei banchieri, salvo, poi, tradurlo in un dimezzamento dell’occupazione del nostro settore, opportunamente smentita dallo stesso Palazzo Chigi, dopo la secca e netta risposta unitaria del sindacato con cui eravamo pronti allo sciopero”.
“Il vero obiettivo deve essere un’azione per il rilancio industriale delle singole banche e il rafforzamento di un rapporto e di un rilancio del territorio, con la difesa del valore sociale dell’occupazione. Per questo, serve un’azione che scorpori immediatamente le sofferenze di ogni singola realtà, creando le condizioni per un processo di aggregazione - questo sì -, ma fatto con banche più solide. Ragioni per le quali è molto importante il lavoro che la categoria nazionalmente e regionalmente ha sviluppato sin qui, anche se questo è il tempo in cui ogni amministratore delegato dovrebbe rendere chiari i progetti industriali e le prospettive su cui intende operare. Valuteremo nelle prossime settimane l’utilità di un eventuale tavolo di confronto in Abi”, conclude il sindacalista.