Vertenza Guess: nel corso dei recenti incontri per la procedura di mobilità, per la quale si auspicava un cambio di atteggiamento da parte di Guess, “abbiamo ricevuto l'ennesimo rifiuto al piano di ricollocamento dei lavoratori che non possono accettare il trasferimento a Lugano; ricordiamo che resterà nel nostro paese Guess Italia con una struttura molto significativa di circa 600 dipendenti distribuiti tra la sede di Firenze e negozi di proprietà - dice Alessandro Picchioni di Filctem Cgil Firenze -.L'azienda si rifiuta di aprire una vera fase di confronto, non intende trovare soluzioni in grado di dare risposta all'enorme problema sociale dei licenziamenti: si tratta, per la stragrande maggioranza dei casi, di donne con famiglia e figli piccoli”.
L'impostazione scelta fin dall'inizio, e sempre confermata dall'azienda, oltre a precludere la possibilità dei ricollocamenti, impedisce di fatto la possibilità di attivare importanti ammortizzatori sociali, come la Cassa Integrazione Straordinaria. “Appare chiaro che questa azienda - aggiunge Picchioni - ha deciso di gestire la chiusura aziendale senza tenere conto dell'impatto sociale che ne deriva, una decisione brutale nei contenuti e nei modi che non tiene di conto del dramma dei lavoratori”. Nel corso della recente assemblea sindacale dei lavoratori di Guess, si è deciso di protestare contro l'ennesima risposta negativa alle richieste sindacali. I lavoratori avranno tutto l'appoggio della Filctem Cgil: sarà organizzata una protesta con iniziative pubbliche che saranno comunicate nei prossimi giorni.
In questo contesto, il 27 maggio ci sarà in Europa il Denim Day, la giornata contro la violenza sulle donne promossa dalla Guess Foundation. Un campagna importante che i dipendenti della Guess hanno sempre supportato. Quest'anno però c'è un'amarezza che è difficile nascondere: la Guess con questa campagna e il suo hashtag #guessforprogress si vuole distinguere come un marchio “etico” e “sensibile”, mentre la stessa sensibilità sociale non è stata dimostrata sui dipendenti. Infatti 90 persone che lavorano nello stabilimento di Firenze, la stragrande maggioranza giovani donne con figli, alcune ancora in maternità, sono state poste in pochissimo tempo poste di fronte ad un aut aut: licenziamento o trasferimento in Svizzera. E, come detto prima, la richiesta di prevedere ammortizzatori sociali o comunque un percorso di ricollocamento è stata finora ignorata dall'azienda, nonostante l'impegno di tutti i lavoratori, del sindacato e delle istituzioni locali e nazionali.
“Noi lavoratrici fiorentine della Guess - spiegano - abbiamo deciso anche quest'anno di partecipare alla campagna fotografica in vista del Denim Day, ma lo facciamo con i nostri cartelli: 'Il mio lavoro, la mia vita, la vostra scelta' al posto di 'i miei jeans, il mio corpo, la mia scelta'. Inoltre facciamo appello ai tanti testimonial (Beppe Fiorello, Belen Rodriguez, Carlo Cracco, Anna Safroncik, Fiona May, eccetera), che con un video stanno supportando la campagna della Guess Fuondation, di 'aprire gli occhi' non solo contro la violenza sulle donne, ma anche nei confronti di un'azienda che si mostra sensibile sono quando in gioco non ci sono i propri interessi. Confidiamo nella solidarietà dei testimonial, così come l'abbiamo ricevuta da tanti cittadini. Vogliamo che la Guess finalmente ci ascolti e possa davvero dire di essere coerente con i propri slogan”.