Un presidio a Firenze davanti al cantiere della tramvia in piazza Bambine e Bambini di Beslan, per dire “basta coi posti di lavoro a rischio e la precarietà; servono aumenti salariali, più sicurezza sul lavoro e lotta al lavoro nero”: è l’iniziativa dei lavoratori edili fiorentini che si è svolta stamani (in seguito è stata effettuata in loco una assemblea dei lavoratori stessi). L’agitazione fa parte delle mobilitazioni di Filca Cisl-Fillea Cgil-Feneal Uil in vista dello sciopero indetto il 18 dicembre per il rinnovo del contratto nazionale, su cui le trattative con le controparti sono in stallo da mesi.
Queste sono le richieste dei sindacati: aumenti salariali in linea con gli altri settori e finalizzati anche ad aiutare una ripresa dei consumi al servizio del Paese; difesa e riforma delle Casse edili a tutela di tutti i lavoratori (operai, impiegati, eccetera), contro il lavoro nero e per sostenere le imprese più serie contro la concorrenza sleale e il dumping; più sicurezza sui posti di lavoro, contro gli infortuni e gli incidenti mortali che, drammaticamente, crescono ogni giorno di più; potenziamento del fondo integrativo per il pensionamento anticipato, dando la possibilità a chi svolge lavori gravosi di andare in pensione prima e creare così occasioni di lavoro, di qualità, per tanti giovani.
Nel presidio a Firenze sono stati toccati anche altri temi: lo sciopero nazionale, sempre oggi, dei lavoratori delle concessionarie autostradali (3mila lavoratori a rischio dopo lo stop all’affidamento alle società controllate dalle concessionarie autostradali il 40% dei lavori di manutenzioni e progettazione); la situazione dei lavoratori fiorentini degli appalti della manutenzione della rete idrica ed elettrica (manca la clausola sociale nei cambi d’appalto e a decine rischiano il posto di lavoro); lo stallo sul cantiere fiorentino della Tav (a fine anno termina un lotto di avanzamento di lavori, dal giorno dopo non si sa il destino di 25 operai); e ovviamente la questione tramvia: “I lavoratori sono attesi da uno sforzo importante nei prossimi mesi per consegnare in tempo l’opera. Chiediamo che gli operai, terminati i lavori, vengano rioccupati: sono circa 200 maestranze, sarebbe opportuno pensare anche a meccanismi di premialità per il raggiungimento degli obiettivi vista l’importanza strategica dell’opera”, dicono i tre sindacati. Che concludono facendo una proposta: “Tutti questi punti hanno una esigenza comune: un protocollo di appalti a livello di Città metropolitana con clausole sociali che garantiscano occupazione, sicurezza sul lavoro, regolarità”.