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Fim, Fiom e Uilm di Firenze hanno proclamato due ore di sciopero oggi, 26 aprile, per la sicurezza sul lavoro. Assemblee dei sindacati sono previste nei luoghi di lavoro per sensibilizzare sul tema. È quanto si legge in una nota congiunta. Si fermano le ultime due ore del turno della mattina i giornalieri, le ultime due ore del turno i turnisti. Nei soli primi tre mesi del 2018, spiegano i sindacati, le morti sul lavoro ammontano a più di 185 e salgono a 400 se si considerano anche a quelle in itinere.
"Una carneficina continua, vite spezzate, famiglie distrutte - proseguono -. Ritmi di lavoro estenuanti, mancanza di controlli, precarizzazione sempre più spinta, indifferenza e superficialità nell’applicazione delle più elementari norme di sicurezza, sono la causa principale di questa tragica conta di cadaveri". L’Italia è il secondo Paese manifatturiero europeo, "il governo vara leggi su industria 4.0 ma nelle aziende si continua a morire di lavoro".
Le sigle dei metalmeccanici "sono da sempre in prima linea sul fronte della salute e sicurezza e hanno sempre denunciato e contrastato gli atteggiamenti aziendali tesi a sottovalutare la prevenzione. L’azione delle organizzazioni sindacali non si è mai fermata alla sola denuncia. Da sempre - specificano - abbiamo fattivamente diffuso la cultura della sicurezza nel nostro quotidiano lavoro di rappresentanza. Ne sono alcuni esempi l’avanzamento in termini di sicurezza neglli ultimi contratti nazionali di Federmeccanica e Unionmeccanica come gli accordi integrativi aziendali che prevedono, a livello territoriale, condizioni di miglior favore e maggiore attenzione rispetto alle leggi nazionali".
Inaccettabile, dunque, che in un Paese moderno e civile si perda la vita per lavorare. "Per attuare una campagna di sensibilizzazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che proseguirà con la manifestazione per la Festa del 1° Maggio a Prato che sarà dedicata a questo tema - concludono -, vogliamo dare un segnale forte che riaccenda i riflettori su ciò che è diventato in tutta Italia un problema patologico".
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