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“Il treno della campagna elettorale del Pd porta Matteo Renzi nello stabilimento ex Irisbus oggi Industria Italiana Autobus in Irpinia. Ad ascoltarlo pochissimi lavoratori, anche perchè la stragrande maggioranza di loro è ancora in cassa integrazione. Quando poteva svolgere un ruolo immediato e incisivo, come presidente del Consiglio, non solo non è mai andato in stabilimento ma nel tormentato processo ancora in corso di reindustrializzazione, abbiamo chiesto un incontro a Palazzo Chigi a cui non è giunta risposta. Quando poteva dare un indirizzo di politica industriale come presidente del Consiglio non lo ha fatto nonostante i lavoratori degli stabilimenti di Bologna e Flumeri avessero ottenuto un voto trasversale del Parlamento per rilanciare il cambio del parco autobus, garantendo ai cittadini mezzi eco e sicuri, ed il rilancio della produzione e della sua filiera”. Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom Cgil.
“Ogni giorno insieme ai lavoratori – continua De Palma - ci battiamo per il rilancio della produzione in Italia ma le gare di Busitalia (Trenitalia) al 90% sono state vinte da una sola azienda e non è Iia. Risultato? L'investimento di alcuni miliardi di soldi pubblici nel rinnovo del parco autobus realizzato dal Ministro dei Trasporti Delrio senza un orientamento rischia di non avere l'effetto rilancio sulla filiera produttiva italiana e sull'occupazione. Il segretario del Pd Matteo Renzi oggi è in stabilimento. La Fiom è lì con i suoi delegati e la sua struttura a fare il proprio dovere: ottenere garanzie e impegni per i lavoratori da chi governa e vorrebbe ancora governare il Paese. I lavoratori avranno l'occasione di ricordare al candidato Premier che gli operai non esistono solo in campagna elettorale, che c'è bisogno di incentivare la produzione e il lavoro, che abbiamo chiesto per IIA una presenza di Cassa depositi e prestiti al fine rendere più robusta sul piano finanziario e più solida sul piano industriale l'azienda. Se oggii cancelli di quello stabilimento saranno aperti è il risultato della capacità di lotta e di fare gli accordi dei lavoratori: purtroppo in quella fabbrica, come in tante altre, ci potrebbero esser giovani e invece ci sono lavoratori che senza la legge Fornero sarebbero finalmente è giustamente in pensione. I metalmeccanici si confronteranno, anzi auspicano, il confronto con tutte le forze politiche che vogliono valorizzare il lavoro per una mobilità pubblica, sicura e collettiva".
Il sindacalista quindi continua: "Non è tempo di selfie, giornalisti e telecamere ma di confronti seri mettendo in programma una conferenza nazionale del trasporto pubblico che coinvolga lavoratori del settore, imprese, università, associazioni ecologiste e cittadini. C'è bisogno di una rivoluzione nel trasporto collettivo e pubblico ma ad oggi non siamo ancor alla reindustrializzazione e rioccupazione completa e il rilancio degli stabilimenti di Bologna e della Valle Ufita. Nello stabilimento ex Irisbus solo poche decine sono rientrati al lavoro, gli altri sono ancora in cassa integrazione e lo stabilimento non è ancora dotato di tutto quello che i lavoratori necessitano. I lavoratori hanno, dopo anni di lotte, il diritto di poter tornare al lavoro e i cittadini ad avere autobus eco e sicuri”, conclude la nota.