La Fiom dice no alla privatizzzaione dell'Enav, e ma maggior ragione, si legge in un comunicato, "in un momento come questo con una grande incertezza sul piano politico, economico e finanziario in Europa".
"La situazione generale dopo il voto in Gran Bretagna, l'incertezza sulla formazione del governo in Spagna e in generale il rialzo dei muri in tutta Europa, suggerisce la necessità di ripensare e ponderare alcune scelte che si davano per scontate solo qualche giorno fa. Non solo siamo l'unico paese che decide di privatizzare il controllo aereo, ma rischiamo di farlo nel momento peggiore. A poco valgono le considerazioni sul fatto che gli introiti derivano al 99% da tariffe regolamentate e che quindi gli investitori privilegeranno questo tipo di investimenti", spiega la Fiom.
Oltre alle conseguenze della Brexit ancora tutte da verificare nelle dimensioni – ma che incideranno sul pil, sulle borse e sull'export di vari paesi – "c'è da considerare che una quota consistente del fatturato di Enav proviene da servizi a compagnie di oltremanica che hanno già annunciato un calo del traffico aereo e dei profitti nel settore. Per questo chiediamo di ripensare questa scelta fatta dal Governo esclusivamente per vincoli di bilancio e non per ragioni industriali. Invece di cedere i gioielli di famiglia per soddisfare la politica miope sul debito dell'Europa, il Governo apra una discussione forte con gli altri partner al fine di superare questa fase difficilissima rilanciando le politiche economiche e di investimento, di welfare e di integrazione".