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L’ultima assemblea fu a Milano nel 2013. Eppure, da allora, sembra passato un secolo. Da qui l’esigenza, per la Fiom Cgil, di organizzare una nuova Assemblea nazionale dei propri Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls). L’appuntamento stavolta è per venerdì 10 a Firenze. “In questi due anni ci sono state novità importanti” spiega Maurizio Marcelli, responsabile dell’Ufficio Salute, ambiente e sicurezza della Fiom: “La prima, anche la più positiva, è la vicenda Ilva. L’uscita della famiglia Riva elimina qualsiasi ostacolo al risanamento ambientale del sito: Taranto può essere il laboratorio sperimentale di un nuovo modello industriale che metta insieme le esigenze della produzione con quelle della difesa dell’ambiente e della salute. Ma ci sono anche novità negative: il rimodellamento dell’organizzazione del lavoro nelle imprese, che riducono o cancellano le pause con l’unico obiettivo di ridurre i costi e innalzare la produttività, oppure l’introduzione del Jobs Act, che nega i diritti, rimuove i non molti paletti che hanno finora contrastato gli abusi gerarchici presenti nelle aziende e permette all’impresa di controllare con strumenti elettronici la prestazione del singolo lavoratore”.
“L’importante è la salute. Per un lavoro di qualità e in sicurezza, per la tutela dell’ambiente”: questo il titolo dell’Assemblea, che si tiene alla Casa del Popolo (in via San Bartolo a Cintoia), a partire dalle ore 9.30. Nutrito il parterre dei partecipanti: Maurizio Marcelli (Ufficio Salute ambiente sicurezza Fiom Cgil), Giorgio Assennato (Arpa Puglia), Massimiliano Del Vecchio (Consulta giuridica Fiom Cgil), Francesco Forestiere (Osservatorio epidemiologico Regione Lazio), Sergio Iavicoli (Dipartimento Medicina, epidemiologia igiene del lavoro Inail), Salvo Leonardi (Associazione Bruno Trentin), Bruno Maggi (Università Bologna), Andrea Montanari (consulente aziendale), Emilio Rebecchi (psichiatra), Edo Ronchi (Fondazione Sviluppo sostenibile), Gino Rubini (Diario della prevenzione), Sari Sarainen (sindacato canadese Unifor), Alfredo Zallocco (Dipartimento Prevenzione luoghi di lavoro Asl 4 Prato). All’Assemblea partecipano anche il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari e il segretario generale della Fiom Maurizio Landini.
Sono tanti i temi, spiega Marcelli, che verranno affrontati nel corso dell’incontro. La volontà del governo di semplificare le normative a carico delle aziende, di fatto “riducendo sia le loro responsabilità sia le sanzioni per le imprese inadempienti in materia di sicurezza”; l’annunciata istituzione dell’Agenzia unica per le ispezioni nei luoghi di lavoro, che la Fiom contrasta perché si “attiverebbe un controllo politico sull’Agenzia da parte del ministero del Lavoro senza determinarne un effettivo miglioramento nella capacità ispettiva, in quanto non si prevedono aumenti degli organici”; l’inerzia della Commissione europea, che “ha deciso di non promuovere fino al 2020 ulteriori interventi di rafforzamento della prevenzione, in particolare facendo venire meno l’impegno a definire ulteriormente il nesso professionale nell’insorgenza di alcuni tumori, dimostrando ancora una volta l’estrema sensibilità alle richieste delle associazioni datoriali europee”.
Il mondo del lavoro, continua il responsabile sicurezza della Fiom Cgil, si caratterizza sempre più “per la sua scarsa qualità, per gli elevati indici infortunistici, per l’inesistenza di un’effettiva prevenzione e per l’insorgere di diffuse patologie che sono conseguenza del lavoro”. A tutto questo occorre reagire, aprendo “una nuova fase nel nostro impegno, superando una pratica il più delle volte tesa solo a richiedere il rispetto delle norme, la vigilanza e i controlli degli enti preposti alla sicurezza sul lavoro”. A questo proposito, Marcelli sottolinea anche che “occorre ripensare come non più proponibile il sostegno che nel passato arrivò dalla magistratura: le sentenze Thyssen, Eternit, Marlene, ci dicono che oggi c’è una controtendenza che non sostiene più le ragioni del lavoro”.
Questa “nuova fase” di impegno dovrà essere centrata sul protagonismo degli Rls. A loro, e alle Rsu, Marcelli chiede anzitutto di “riaprire un confronto di fondo con l’impresa sui modelli organizzativi della produzione, cancellando l’idea presente tra molti datori che l’organizzazione del lavoro sia una variabile indipendente rispetto alle condizioni di salute e di sicurezza”. In conclusione, il responsabile Sicurezza lancia alcuni obiettivi specifici che saranno occasione di dibattito all’Assemblea e temi su cui impegnarsi nei prossimi mesi: riaffrontare in tutte le aziende la valutazione del rischio da stress lavoro correlato; risolvere il problema dei lavoratori inidonei, iniziando da quelli anziani e attivando “procedure tali da poter individuare una lista di compiti e posti di lavoro potenzialmente adatti a soggetti patologici”; rimettere al centro “la formazione, la crescita professionale, l’elevazione del livello di studio individuale”; generalizzare a tutti i livelli di contrattazione “alcuni obiettivi minimi comuni, come un’ora di assemblea retribuita all’anno sui temi della sicurezza, incontri mensili di 30 minuti di ‘caccia ai rischi’ per aree ristrette di lavoratori, riunioni settimanali tra Rspp e Rls sull’analisi dei mancati infortuni, la nomina degli Rls di sito per le situazioni lavorative con più di 500 lavoratori di più imprese”.