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Oggi si è svolta, in piazza Montecitorio, la manifestazione dei lavoratori Ibm, in lotta contro i licenziamenti avviati dall'azienda per cento lavoratori. Alle 15 una delegazione composta da rappresentanti sindacali nazionali e da Rsu ha partecipato all'audizione convocata, su loro richiesta, dalla commissione Lavoro del Senato. Alla fine dell'incontro il presidente della commissione, Maurizio Sacconi, ha informato che su Ibm, oggi indisponibile ma che verrà ascoltata nei prossimi giorni, la commissione interverrà con una "moral suasion" e con strumenti da valutare, al fine di evitare licenziamenti unilaterali.
Per Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom presente all'iniziativa di oggi, "per la Fiom è necessario un intervento del governo che vada ben oltre la moral suasion. Anche in Parlamento si utilizzano sistemi software dell'Ibm, così come in tante amministrazioni pubbliche e qualche settimana fa lo stesso presidente del Consiglio ha firmato un accordo con l'azienda sull'utilizzo dell'area Expo che prevede finanziamenti pubblici. Nonostante ciò siamo di fronte a un'azienda che, pur vedendo parte importante del fatturato provenire da commesse pagate dai contribuenti, riduce la sua presenza in Italia in maniera traumatica e rifiuta il confronto con le istituzioni".
"Nei giorni scorsi - continua - accampando scuse di ogni tipo, l'Ibm ha rifiutato di incontrare rappresentanti di alcune regioni, tra le quali Lombardia e Piemonte, che la chiamavano in causa rispetto al rischio di licenziamenti. La stessa cosa è avvenuta con il ministero dello Sviluppo economico. Da mesi chiediamo un confronto presso quella sede sul piano industriale e la risposta è stata sempre negativa. Basta soldi pubblici ad aziende socialmente irresponsabili. L'Ibm va fermata".