Assemblee, scioperi, manifestazioni: dalla seconda settimana di aprile, i lavoratori di Selex Es, azienda del gruppo Finmeccanica, hanno espresso la loro contrarietà al piano industriale 2013-17, presentato ai sindacati nell'incontro svoltosi a Roma il 5 aprile scorso. Tale piano prevede, infatti, la chiusura di 22 siti, che passerebbero così a 26 degli attuali 48; una riduzione del portafoglio prodotti (da 550 a 350); e una consistente riduzione degli organici (1.938 esuberi, pari al 16% degli attuali occupati). A ciò si aggiunga che, ad avviso della Fiom, le oltre 100 pagine del piano industriale non chiariscono quali siano i prodotti su cui l'azienda intende puntare, né la quantità e la qualità degli investimenti volti a sostenere la sua futura presenza sul mercato.

La protesta ha coinvolto, in forme articolate, i vari stabilimenti del gruppo, dislocati in varie regioni italiane, dalla Lombardia alla Sicilia. Particolarmente vigorosa l'iniziativa assunta lunedì 8 aprile fuori dallo stabilimento di Campi Bisenzio (Firenze), ove si è svolta un'affollata assemblea. Lo stesso giorno, vivace corteo con centinaia di lavoratori a Sestri Ponente (Genova). Giovedì 11 aprile, assemblea presso la sede di via Palmanova, a Milano, e manifestazione dei lavoratori dello stabilimento di Giugliano (Napoli). Il 12 aprile, due ore di sciopero negli stabilimenti di Cisterna di Latina (Latina) e di Catania. Martedì 16 aprile, due ore di sciopero a Pisa, così come giovedì 18 a Nerviano (Milano). Infine, oggi assemblea con sciopero nello stabilimento di Pomezia (Roma).

Martedì 23 aprile si terrà a Roma un nuovo incontro in cui proseguirà il confronto tra l'azienda e i sindacati dei metalmeccanici. “La Fiom – ha dichiarato Massimo Masat, coordinatore nazionale Fiom Cgil di Finmeccanica – auspica che in tale occasione il gruppo cominci intanto a chiarire quali sono i prodotti su cui intende puntare per assicurarsi una credibile prospettiva e con quali investimenti intenda sostenere tali scelte”.